“Un confronto aperto che superi gli apparati burocratici”: lo chiede il sindaco di Città della Pieve, Riccardo Manganello, a proposito dei bandi indetti dall’Agenzia Capitolina per le Tossicodipendenze, che ha portato all’esclusione della cooperativa Il Cammino dalla Comunità residenziale di recupero di Città della Pieve, che gestisce da oltre venticinque anni. La struttura terapeutica si trova nel territorio pievese ma su terreni di proprietà del Comune di Roma.

Il sindaco Manganello ha scritto al primo cittadino di Roma, Gianni Alemanno, interpretando le preoccupazioni dei suoi concittadini, degli operatori e soprattutto dei ragazzi della Comunità, che stanno vivendo una situazione di drammatica incertezza riguardo al proprio futuro.
“Sento di rappresentare - scrive Riccardo Manganello - lo sconcerto dell’intera comunità pievese, circa il futuro di un servizio divenuto parte qualificante della nostra realtà umana e sociale”. Il primo cittadino ricorda i momenti difficili della scelta che vide questa piccola città umbra catapultata dentro un dramma che allora sembrava non sfiorarla: “Nessuno ha dimenticato - prosegue il Sindaco - i giorni in cui la vita di Città della Pieve si è intrecciata con la disperazione delle madri di Primavalle, che trent’anni fa avevano occupato una palestra per togliere i figli dalla strada e dall’eroina”.

Il confronto con un mondo drammaticamente importante come quello della tossicodipendenza ha visto allora assemblee affollate di cittadini pievesi dubbiosi e preoccupati, che volevano sapere, capire, partecipare, e ha rappresentato una tappa di conoscenza e consapevolezza per la città. “Anche in ragione di questo senso di appartenenza - spiega il primo cittadino - mi sento in dovere di intervenire”. Il Sindaco di Città della Pieve invita ad un riflessione più attenta sulla complessità delle conseguenze negative che verrebbero dall’esclusione di un equipe di operatori che in tanti anni “si sono fatti apprezzare per professionalità e capacità di gestione del servizio”. “Bisogna tener conto che non si tratta di un semplice passaggio di carte - sottolinea Manganello - ma del futuro di uomini e donne, e ragazzi, che stavano percorrendo finalmente una strada pulita, dura ma pulita, con riferimenti tutti nuovi, per essere nuovi loro stessi, e che improvvisamente si trovano a perdere ancora la strada; ci sono almeno cinquanta lavoratori che dal mese prossimo si troveranno senza lavoro, in assenza di ogni forma di concertazione con le parti sociali e di tutela del personale”.

Il sindaco di Città della Pieve aggiunge a questo un’altra preoccupazione altrettanto sentita dai cittadini pievesi: “Chi e quanti saranno, e in base a quali criteri e percorsi verranno selezionati, i residenti? Mi faccio interprete dei pesanti e comprensibili dubbi che si stanno sollevando tra i miei concittadini, allarmati dall’eventualità di ritrovarsi come vicini di casa non più persone in difficoltà (motivate ad uscirne), che giungono qui attraverso una rete di servizi e di controlli pubblici, ma piuttosto individui che scelgono la Comunità come refugium peccatorum, per evitare magari di fare i conti con la giustizia e di scontare qualche anno di carcere”.

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