CITTA’ DI CASTELLO - La città del presepio. Oltre 200 espositori provenienti da tutta Italia e da varie associazioni presepistiche a Città di Castello per impreziosire ancora di più un’edizione speciale della “Mostra Internazionale di arte presepiale”, rassegna unica nel suo genere, che quest’anno festeggia il ventennale, un traguardo importante.

Con il taglio del nastro, questo pomeriggio alla presenza del Cardinale Gualtiero Bassetti, presidente Cei, del sindaco di Città di Castello, Luciano Bacchetta, di monsignor, Marco Salvi, vescovo ausiliare di Perugia-Città della Pieve,  del presidente dell’associazione ‘Amici del Presepio Gualtiero Angelini’, Lucio Ciarabelli, del vescovo, monsignor Domenico Cancian e di numerose autorità istituzionali, civili e militari, fino al 6 gennaio 2020, la città del maestro Alberto Burri, si trasforma in una vera e propria ‘cittadella del presepe’.

“Plaudo a questa iniziativa che si ripete ormai da anni, sempre con arricchimenti ulteriori e allusioni suggestive e significative ai temi più attuali. Quest’anno si pone anche l’accento sul tema delle discariche, sia come riferimento concreto, sia come valore simbolico, metafora di quelle periferie umane su cui Papa Francesco non si stanca di mettere l’accento”, è quanto dichiarato dal cardinale Bassetti nel corso della visita ai presepi esposti nella cattedrale ed in particolare soffermandosi accanto al grande presepe napoletano di  12 metri per 2 opera del maestro, Paolo Durante, lo stesso che lo scorso anno realizzò il presepe degli sbarchi dei migranti a Lampedusa.

“Generosità in discarica”, questo il titolo eloquente dell’opera, unica di questo genere: un presepe che sorge accanto a rifiuti, vecchie auto, ferro arrugginito che ripropone temi di forte impatto sociale come la salvaguardia dell’ambiente, il degrado delle periferie cittadine, gli ultimi, i senzatetto con un messaggio di speranza per chi crede e non solo.

“In una cava dismessa, alcune famiglie di poveri disperati trovano rifugio in una baraccopoli. Nella stessa cava, proprio adiacente alle baracche, c’è una discarica a cielo aperto, dove ogni mattina le stesse famiglie cercano qualcosa da mangiare. Eppure, in questo posto infernale, a Natale questi poveracci non dimenticano di allestire “Il Presepe”, e un bambino affamato riesce persino a provare pietà per un povero gattino ferito e infreddolito. Gli dona la sua merendina trovata nella discarica.”, è quanto scrive Durante, con una toccante poesia allegata al presepe “metropolitano” che può candidarsi a pieno titolo a rappresentare attraverso la natività e l’arte che la raffigura il momento attuale che la società contemporanea sta attraversando.

“Un accento e un’attenzione più che mai urgente verso la nostra comune umanità e verso la nostra vita – ha proseguito Bassetti - in questo pianeta, amato e sofferente, alla cui salute ognuno di noi è chiamato a contribuire con i propri comportamenti. Questa mostra, un presepe di presepi, da visitare uno ad uno e coralmente, sia come singoli oggetti d’arte sia nella loro narrazione complessiva, rappresenta benissimo l’importanza di aver cura dell’immenso presepe che è la terra, dove ogni istante si consumano delitti e ingiustizie, ma ad ogni angolo, anche in mezzo al mare, anche nei barconi dei derelitti, si assiste al miracolo della nascita di bambini e al rifiorire di segni di speranza, di impegno e di vitalità. Bisogna saperli vedere e coltivare, come fecero i Magi, che, pur ammantati di sapienza antica, all’occorrenza seppero servirsene per spogliarsi dell’«uomo vecchio», per mettersi al servizio di Chi incarnava la Vita vera, l’autentica novità. Esprimo dunque gratitudine a chi ha ideato l’evento e a chi ci si impegna fattivamente, sia i singoli sia l’intera comunità di questa bellissima e storica Città di Castello, di cui la mostra valorizza una volta di più ogni angolo”.

“Il mio augurio natalizio – ha concluso il presidente della Cei - si rivolge a tutti, inclusi i visitatori, perché si possa ripartire da questo Natale per imparare a vedere e rinvigorire tutti i segni di bene e di vita sparsi nel mondo”.

Nella Cripta del Duomo  si potranno ammirare le opere dei più grandi artisti del settore provenienti dalle scuole di Napoli, Bergamo, Palermo, Avellino, oltre che sardi, toscani ed umbri, capitanati dall’associazione Amici del Presepio “Fabio Carbonari” di Cascia ed altri artigiani maestri di questa secolare arte.  

Partecipano, inoltre, varie associazioni aventi per capofila l’Associazione Italiana Amici del Presepe sezione Napoli con la quale è iniziata la collaborazione sin dagli esordi.

Questa edizione vedrà alla consueta prestigiosa location del Duomo nella centralissima piazza Gabriotti aggiungersi anche Palazzo Vitelli di Sant’Egidio, dove con il patrocinio e sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio, verrà proposto un evento di grande respiro culturale, poi San Apollinare in Via del Popolo dove, nella chiesa sconsacrata, sono collocate due eccezionali opere, “I personaggi e il presepe Napoletano di Giuseppe Ercolano” (Meta di Sorrento). Una mostra itinerante attraverso edifici storici rinascimentali ricchi di fascino e suggestione che accompagna il visitatore (con un biglietto unico di accesso di 2,50 euro, 10-12,30 e 15,30-19,30 feriali e festivi) in un tour di rara bellezza e suggestione, inserito in una mappa cittadina con ben 15 “location” dove ci sarà la presenza di un presepe a fare da cornice ad una manifestazione unica nel suo genere. 

La mostra è gestita dall’associazione presepistica locale, intitolata al compianto e appassionato fondatore, “Gualtiero Angelini”,  che ogni anno realizza 25 opere da esporre. Presenti raccolte private di artisti provenienti dalla Toscana e dalla Campania, la collezione Casillo, Bonechi, Dini, Arxaia e una sezione sarà dedicata ai pittori tifernati.

Tornano gli amici di Cascia con l’Associazione Carbonari che dopo il terremoto hanno sospeso le attività e presentano ora un presepe tradizionale allestito per l’occasione.

Si possono ammirare poi i tappetari di Camaiore con un lavoro a mosaico di segatura colorata che verrà completato durante l’inaugurazione.

Alla mostra  partecipano, nella sezione appositamente allestita, le scuole, gli asili e le associazioni di assistenza per disabili. Sarà presente anche una parte della collezione "Presepi dal Mondo" di San Giovanni val d'Arno con il tema del cammino di Compostela.

Fra le novità di rilievo un presepe da “guinness dei primati”, per dimensioni e non solo, realizzato al presidente dell’associazione tifernate, cavalier Lucio Ciarabelli, frutto di oltre sette anni di certosino lavoro ed acquisizioni di pezzi unici, oltre 350 fra soggetti vari,  persone, animali e oggetti, simboli dell’arte presepiale di tutta Italia a partire ovviamente da Napoli, dove ha fatto tappa diverse volte.

“Si tratta di un grande presepe napoletano ispirato a quella straordinaria tradizione di maestri unici che ci onoriamo umilmente di rappresentare attraverso la loro scuola che tutto il mondo ci invidia”, ha precisato il presidente Ciarabelli.

Entrando ancora più nel dettaglio, nella Basilica inferiore della Cattedrale l’Associazione presepistica napoletana presenta “Gli antichi mestieri da Francesco de Bourchard al teatro di Raffaele Viviani”.

Quindi l’APN allestirà, oltre alle consuete vetrine con mirabili opere dei suoi soci maestri, una sezione dedicata agli antichi mestieri e alle influenze che questi hanno avuto sul presepe napoletano con particolare riferimento all’iconografia e al teatro dalla seconda metà del XIX secolo al secondo dopoguerra.

Le opere nelle vetrine sono un omaggio a Francesco de Bourchard, l'opera centrale è invece un omaggio al teatro del poeta e drammaturgo napoletano Raffaele Viviani. Tali opere sono, da un lato una denuncia dello status sociale di una parte del popolo napoletano, dall’altra una fotografia di luoghi, usi e costumi di una Napoli ormai scomparsa, che trova analogie nella produzione pittorica di fine ottocento.

Da una piazza della città all’altra, da piazza Gabriotti a piazza Garibaldi dove  al primo piano della prestigiosa dimora rinascimentale di Palazzo Vitelli di Sant’Egidio è allestita la mostra “Presepe continuum” (curata da Vincenzo Nicolella) uno storytelling presepiale che testimonia la continuità - non senza adattamenti - dall’antichità a oggi, di usi costumi e tradizioni campane e più spesso napoletane.

L’opera, frutto della collaborazione tra l’APN e la direzione artistica del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, è collocata nella sala degli Dei e costituisce il punto di partenza di un percorso didattico-espositivo che si snoda negli ambienti affrescati del piano nobile. Il percorso si conclude in una saletta multimediale in cui è possibile fruire di video realizzati sulla mostra e descrittivi dell’arte presepiale napoletana con riferimento alla storia e alla tradizione colta e popolare.

La mostra internazionale di arte presepiale si è oramai inserita a pieno titolo tra le manifestazioni più prestigiose e qualificate del panorama nazionale, regionale e provinciale. L'obiettivo è proporre quanto di bello e nuovo ci sia in opere presepistiche in Italia e all’estero e valorizzare l'artigianato e le peculiarità artistiche nella nostra regione, dall'altra parte promuovere l'Alta Valle del Tevere dell'Umbria incentivando la presenza di turisti e visitatori provenienti da fuori regione.

Questa sarà la quinta edizione senza Gualtiero Angelini colui che, insieme ad altri appassionati del presepe, inventò  questa bellissima  manifestazione. Alla sua figura sarà dedicata una sezione all'interno della mostra.

Per il secondo anno è stata indetta la rassegna di presepi alla quale sono state invitate le parrocchie, le società rionali e le Pro Loco di Città di Castello. “L’operazione culturale messa in campo dagli ‘Amici del presepio’ in questa edizione del ventennale – hanno dichiarato il sindaco Luciano Bacchetta e l’assessore al turismo, Riccardo Carletti - ha un sapore quasi programmatico e riteniamo che sia particolarmente focalizzata sul panorama nazionale del genere presepiale e sul clima della città. Il brand turistico Rinascimento e Contemporaneità, con cui stiamo proiettando l’immagine del territorio, trova i principali attrattori nel patrimonio artistico e architettonico, connotandoci come meta d’arte”.

“In questi due decenni – hanno continuato Bacchetta e Carletti - la mostra internazionale di arte presepiale, come nel tempo abbiamo imparato a chiamarla, ci ha accompagnato nella transizione, approfondendo temi, diffondendo la passione per questo simbolo della devozione popolare, arricchendo il calendario cittadino di eventi, ricordandoci che alcune costruzioni dell’uomo resistono alle mode ed anzi rappresentano bussole di orientamento nella navigazione a vista di ognuno”.

“Il ventaglio di opere esposte quest’anno è veramente variegato – ha sottolineato il presidente dell’Associazione presepistica, Lucio Ciarabelli, affiancato dall’infaticabile vice-presidente Claudio Conti -, abbiamo realizzato un vero e proprio ‘percorso presepiale’ che attraversa la città cercando di rendere questa edizione ancora più bella e suggestiva delle precedenti. Rivolgiamo un sentito ringraziamento al vescovo di Città di Castello S.E. mons. Domenico Cancian, al parroco Don Alberto Gildoni oltre che a tutta Diocesi, che per anni ci hanno supportati, per aver concesso la disponibilità di una sede così affascinante e prestigiosa come la Basilica Inferiore della Cattedrale di Città di Castello”.

“Il presepio è il compleanno della persona più importante che è arrivata nel modo più umile e semplice ed è per questo che Francesco tanti secoli fa ha voluto rievocarlo in questa forma – sono state le parole del vescovo  monsignor Cancian -. Auspico che le persone che visitano questo percorso di arte presepiale trovino  un momento di pace e riflessione”.

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