La direzione della ASL 1 conferma che l’acqua erogata dell’acquedotto di Citerna è regolarmente controllata e risulta sicura dal punto di vista dei parametri fisici, chimici e batteriologici. Con un contenuto di nitrati ben al di sotto dei valori limite, non è pericolosa né per adulti né per bambini.

 

“L’acqua erogata dal pubblico acquedotto – dichiara Silvio Pasqui, direttore sanitario della ASL 1 - per le  caratteristiche organolettiche, chimico-fisiche e microbiologiche finora rilevate, non desta alcuna preoccupazione per la salute dei cittadini né dei bambini. L’azienda condivide le azioni intraprese dalla amministrazione comunale mirate ad incoraggiarne l’uso; in particolare  la scelta  di utilizzarla nelle scuole che rappresentano  un luogo privilegiato per lo sviluppo di scelte consapevoli  è in accordo con quanto indicato nelle linee di indirizzo nazionali del Ministero della Salute per la ristorazione scolastica  (Linee Guida Ministero della Salute 2010 G.U. n° 134 del 11/6/2010)”.

 

Come tutti gli acquedotti pubblici, l’acquedotto  pubblico di Citerna viene sottoposto a controlli “interni” svolti dall’ente gestore (Umbra Acque) e a controlli  “esterni”  svolti dalla ASL atti a verificare  i requisiti dettati dal Dlgs n. 31/01, la normativa che specifica nel dettaglio quali  caratteristiche chimiche, fisiche e microbiologiche deve possedere un’acqua per essere considerata idonea al consumo umano alimentare.

 

“I controlli analitici effettuati dalla ASL, dall’attivazione dell’acquedotto nel 1998 – aggiunge Anna Rita Comodi, direttore del Dipartimento di Prevenzione della ASL 1 - hanno deposto costantemente per un’acqua di buona qualità, infatti  la concentrazione di tutti i  parametri ricercati si è sempre attestata su valori che rientrano ampiamente nei limiti dettati dalla normativa vigente. Si specifica che il monitoraggio annuale consiste  nella rilevazione  di oltre 390 parametri per  accertamenti chimici, fisici e batteriologici”.

In riferimento al rischio cancerogeno legato a nitrati si sottolinea, peraltro, che gli studi epidemiologici sono concordi nell’affermare che la fonte principale non è l’acqua ma l’assunzione di alimenti (i nitrati, infatti, possono essere addizionati come conservanti nonché ampiamente contenuti in alimenti di origine animale e vegetale).

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