CITTA’ DI CASTELLO - Con il voto favorevole della maggioranza di centrosinistra (Pd, Psi, La Sinistra per Castello) e di Fdu e il voto contrario di Pdl e Polo Tifernate, il consiglio comunale ha approvato la mozione del consigliere del Pd Gionata Gatticchi per l’istituzione del registro delle coppie di fatto.

Dispositivo. Con la mozione approvata, il consiglio comunale impegna il sindaco e la giunta “ad istituire un apposito registro, diverso da quello anagrafico e dello stato civile, denominato ‘Registro delle Coppie di Fatto’ e di custodirlo nel rispetto del decreto legislativo 196/2003 e s.m.”; “ad estendere agli iscritti nel ‘Registro delle Coppie di Fatto’ elementi di tutela sociale posti in essere dall’amministrazione municipale, ivi compresi benefici e doveri derivanti da bandi e contributi, che questa elargisce e per i quali le fattispecie in questione risultino rispettivamente applicabili”; “a concedere un locale per la cerimonia di iscrizione al ‘Registro delle Coppie di Fatto’ nel caso i firmatari ne facciano richiesta”; “a predisporre, entro sessanta giorni dall’approvazione del presente atto, il regolamento relativo, previa acquisizione del parere delle commissioni competenti”; “ad adottare i seguenti criteri nel regolamentare le modalità di iscrizione: l’iscrizione nel ‘Registro delle Coppie di Fatto’ può essere fatta da due persone maggiorenni coabitanti, da almeno un anno e di cui almeno una risieda all’interno del territorio comunale, tra i quali non sussistano vincoli giuridici (matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela, curatela), ma solamente un legame fondato su vincoli affettivi o di reciproca assistenza morale e materiale.

La domanda di iscrizione dovrà pervenire al Comune esclusivamente dai due contraenti con allegata la documentazione di cui sopra. Il venir meno della coabitazione tra i conviventi, lo spostamento della dimora abituale o la richiesta di interruzione da parte di una o di entrambe le persone interessate comporta la cancellazione dal ‘Registro delle Coppie di Fatto.

Nella mozione si stabilisce anche di rilasciare, ’stante la verifica dell’ufficio competente per i fini disposti dalla legge e su richiesta degli interessati, un attestato che certifichi l’iscrizione nel ‘Registro delle Coppie di Fatto’; a pubblicizzare l’istituzione del ‘Registro delle Coppie di Fatto’ con tutti i mezzi di promozione e di comunicazione di cui il municipio dispone, perché il pregiudizio si sconfigge attraverso l’informazione e la sensibilizzazione dei cittadini, abbattendo così la cultura della discriminazione fondata sull’ignoranza”.

Il consiglio comunale impegna infine il presidente dell’assemblea “a trasmettere tale mozione ai gruppi politici presenti nel Parlamento italiano e al Governo, affinché sia da stimolo per affrontare il tema del riconoscimento giuridico dei diritti, doveri e facoltà alle persone che fanno parte delle coppie in questione”.

Dibattito.

Il consigliere del Pd Gionata Gatticchi ha illustrato la mozione sottolineando come “il senso del documento sia di dare un contributo a una discussione in atto su scala nazionale e promuovere l’affermazione dei diritti civili, considerando che il nostro Paese sul tema diritti civili è tra i più arretrati”. L’esponente della maggioranza ha invitato a prendere atto che “negli ultimi anni sempre più frequentemente coppie di cittadini, per libera scelta o necessità, ricorrono a forme di convivenza senza contrarre matrimonio”. “Si tratta di coppie che si denotano per una convivenza stabile e duratura – ha osservato Gatticchi – alcune con figli, costituite, sia da persone di sesso diverso, che dello stesso sesso, ovvero coppie di cittadini che fondano la loro unione su un legame di solidarietà, la cui portata non può più essere ignorata dalle istituzioni, che devono dare una risposta, ognuna per le competenze che la legge attribuisce loro”.

Il capogruppo del Pd Gaetano Zucchini è partito dal recente appello del Papa a salvaguardare il  ruolo della famiglia nella società e l’importanza del fondamento del matrimonio, “che – ha osservato il consigliere - credo che sia la base per affermare il senso della famiglia come istituzione, per il suo essere garante di tenuta sociale ed economica”. L’esponente della maggioranza ha comunque sottolineato il valore del riconoscimento delle unioni di fatto, “che è un atto di civismo”, auspicando che “accanto a questa argomentazione noi possiamo trovare la forza di sottolineare che i legislatori trovino lo spazio anche per rafforzare l’istituto della famiglia, la difesa della famiglia, il sostentamento economico della famiglia”.

“Si ha quasi vergogna di dire che stiamo pensando alle coppie omossessuali, con cui non ho problemi, anche se ho difficoltà a pensare che possano avere le stesse opportunità della famiglia tradizionale”, è intervenuto il capogruppo del Polo Tifernate Cesare Sassolini. “Noto un certo imbarazzo nella maggioranza – ha aggiunto – che dice di riservare una sala per la cerimonia di iscrizione, che altro non è che autorizzare che il sindaco sposi coppie dello stesso sesso, cosa sulla quale sono in disaccordo”.  Il consigliere ha spiegato di “ritenere che vadano tutelati coloro che decidono di fare una vita insieme, di qualsiasi sesso siano, e di ritenere giusto che il Comune fornisca tutte le possibilità”, ma di non essere d’accordo “che le coppie vere e proprie siano messe sullo stesso piano delle coppie di fatto”. “Se vogliamo trovare sistemi per non discriminare questo tipo di unioni, sono d’accordo a parlarne in commissione, se si vogliono autorizzare sotto mentite spoglie matrimoni gay non siamo d’accordo”, ha concluso Sassolini, che ha ammonito a stare attenti a “mettere in competizione sui diritti le famiglie tradizionali con le coppie di fatto” e al rischio di degenerazioni e aberrazioni.

Il capogruppo de La Sinistra per Castello Alessandro Alunno ha ribattuto: “parliamo di relazioni di persone, di un valore che va ben oltre la famiglia tradizionale”. “Il registro delle coppie di fatto è uno strumento totalmente lecito, in sintonia con i principi di eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge e di affermazione di una società plurale, dove chiunque possa scegliere con chi vivere”, ha aggiunto il rappresentante della maggioranza, che ha sottolineato come le coppie conviventi, sia etero, che omosessuali, non legate da matrimonio, abbiano il diritto a vivere liberamente la loro condizione e avere un trattamento omogeneo a quello che la legge assicura alle coppie tradizionali”. “Il registro ha un valore simbolico – ha concluso Alunno -  non ha valenza giuridica, non si acquisiscono diritti iscrivendosi, ma rappresenta un primo passo verso l’autodeterminazione da parte di tutti coloro che lo richiedono”.

Il capogruppo di Fdu Luca Cuccaroni ha evidenziato che la mozione è “un atto importante di attenzione rispetto alla complessità e alla paura che aleggiano sulla questione”. “Un atto – ha aggiunto - che mette in primo piano l’esigenza di vivere la propria vita in sintonia con le proprie inclinazioni e va a dare veste giuridica alle coppie di fatto nel quadro delle leggi esistenti”. L’esponente della minoranza ha, comunque, puntualizzato che “se il riconoscimento delle coppie di fatto diventa fonte di maggiori diritti, deve essere anche portatrice di maggiori doveri”, sottolineando di essere favorevole all’atto.

“Quando si parla di coppie di fatto si pensa subito a coppie omosessuali e questo è assolutamente riduttivo”, ha sostenuto il capogruppo del Psi Marco Mearelli, il quale ha puntualizzato che “i diritti di ogni cittadino non devono essere messi in discussione  a causa delle preferenze sessuali”. Il rappresentante della maggioranza ha contestato la posizione del consigliere Sassolini, “che è favorevole alle coppie omosessuali, purché non abbiano diritti”, evidenziando come sia “barbaro non riconoscere ai figli coppie di fatto stessi diritti”. “Noi siamo assolutamente favorevoli all’istituzione del registro – ha concluso Mearelli – perché secondo noi le persone devono avere tutte pari dignità, indipendentemente dal fatto che abbiano o no sottoscritto un contratto”.

“A tutti piacerebbe avere una famiglia perfetta, con il matrimonio e quant’altro, ma lo stato delle cose ha creato una convivenza molto larga tra le persone di cui va preso atto”, ha osservato il consigliere del Pd Vincenzo Tofanelli, che ha posto l’accento sulla “necessità di dare riconoscimento a tutti della libertà e della possibilità di godere dei diritti”. “Il senso della mozione è quello di dare la disponibilità a concedere pari diritti alle persone – ha concluso Tofanelli – e su questo siamo pienamente d’accordo”.

In sede di replica, il consigliere del Pd Gatticchi ha dichiarato di accogliere la sollecitazione del capogruppo di Fdu Cuccaroni ad integrare il testo con l’accento anche sui doveri, oltre che sui diritti delle coppie di fatto, stigmatizzando il fatto che, “come è emerso dal dibattito, si possa concepire una famiglia normale e una no”. “Questa mozione, che è stata presentata e approvata dal consiglio comunale di Roma – ha puntualizzato Gatticchi – è un punto di avanzamento della  civiltà giuridica, che ci dà la consapevolezza di aver fatto il nostro compito per tutelare i diritti di tutti, per dare strumenti democratici anche per contrastare le discriminazioni, indipendentemente dall’utilizzo effettivo che avrà il registro”.

Il capogruppo del Pdl Sandro Busatti in sede di dichiarazione di voto ha sottolineato di “non poter che essere a favore di una legge che valorizzi le unioni, indipendentemente dalla sessualità”, ma di essere “contrario alla strumentalizzazione di argomenti etici così importanti”. “Non possiamo nascondere che in Italia ci sia una derivazione di tipo confessionale che vede in questo provvedimento lo scardinamento della famiglia – ha puntualizzato il rappresentante del Centrodestra – per cui sono assolutamente contrario a che si impongano scelte con i numeri della maggioranza, senza un confronto nel quale anche noi possiamo sostenere le nostre idee”.

“Nessuno ghettizza, nessuno discute le scelte personali dei soggetti – ha ripreso la parola il consigliere del Polo Tifernate Sassolini - per andare a compiere atti che modificano situazioni complesse, che attengono aspetti personali e anche l’accesso alle risorse pubbliche, bisogna, però, pensare molto bene dove si vuol andare a parare”.” Dobbiamo dire ai cittadini che poniamo una concorrenza in un periodo di difficoltà tra famiglie tradizionali e famiglie di fatto  - ha concluso – e se parliamo di cerimonie, parliamo anche di ulteriori costi”.

“Il Comune non avrà a pagare nulla”, ha ribattuto il sindaco Luciano Bacchetta.
“Non si può ridurre tutto a una mera questione economica, organizzativa, speculativa – ha affermato il capogruppo del Pd Zucchini - parliamo di diritti civili”. “Con quest’atto – ha aggiunto - si dà dignità civile, riconoscimento giuridico, a persone che sono di fatto una famiglia”. “Perché – ha chiesto il consigliere – l’istituzione del registro delle unioni civili ci deve spaventare, quando persone dello stesso sesso vanno davanti ad un ufficiale civile a dire che hanno contratto una forma di convivenza come la famiglia, quale paura ci può fare garantire che i loro figli abbiano i medesimi diritti dei figli nati in costanza di matrimonio?”.

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