Città di Castello/ Allarme di Legambiente Alto Tevere sul piano regolatore
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Avevamo lanciato qualche tempo fa l’allarme sul pericolo che la stesura del Nuovo Piano Regolatore del Comune di Città di Castello, non si differenziasse molto da quelli precendenti basati su espansioni urbanistiche senza un reale piano strategico sul futuro economico e ambientale del nostro territorio.
Purtroppo la deleteria politica delle Varianti al PRG ancora una volta ha disatteso ciò e disatteso anche gli impegni presi in campagna elettorale dove si è parlato con forza di “PRG a misura di ambiente e territorio”...
L’amministrazione comunale di Città di Castello (con deliberazione consiliare del 23 dicembre 2011) ha, infatti, approvato una variante al vigente Piano Regolatore Generale con cui viene individuata un’ulteriore area estesa per circa 64.300 mq “destinata a comporto industriale/artigianale” .
Viene da capire la reale necessità della stessa visto lo stato di abbandono in cui versa la Zona industriale tifernate. E‘ bastato andare in giro un pomeriggio nella stessa per notare decine di fabbriche e capannoni chiusi con l‘inquietante cartello ”affittassi o vendesi”!!
Che si possa pensare al rilancio dell‘economia locale cementificando il territorio, lo ribadiamo, ci pare idea antiquata, senza senso e dannosa. Anche comuni limitrofi come Umbertide hanno fatto scelte diverse promuovendo un PRG a crescita zero basando l‘edilizia locale sulle ristrutturazioni, scelta lungimirante e che appoggiamo in pieno!
Ci paiono altresì sbagliate anche le varianti che consentiranno ulteriori espansioni edilizie su zona 167 e Riosecco...zone che avrebbero bisogno non di decine di appartamenti invenduti e sfitti, ma di un rilancio di aree verdi e di spazi di socialità...
Insomma la solita vecchia riproposizione della politica del mattone, delle varianti che rendono senza senso il PRG svuotandolo dagli obiettivi prefissati. Un politica quella del cemento oramai vetusta in tutta Europa e che molte amministrazioni comunali italiane e umbre stanno finalmente riconsiderando, basando l’economia locale su cultura turismo filiere di qualità energie alternative rilancio dei centri storici. L’economia di qualità e non di quantità...
Speriamo, visto il silenzio assordante in proposito anche di tutta l‘opposizione, che ci siano spazi di dibattito e discussione...e di cambiamento!
Simone Cumbo
Presidente Legambiente “Alta Valle del Tevere”
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