CITTA’ DI CASTELLO - Domani, sabato 9 dicembre, presso la Pinacoteca Comunale di Città di Castello, inaugura “Paolo Icaro. Unending Incipit”, una mostra a cura di Davide Ferri e Saverio Verini, prodotta dalla casa editrice Magonza (www.magonzaeditore.it), con la collaborazione del Comune di Città di Castello e dell'Associazione Palazzo Vitelli a Sant'Egidio. Secondo appuntamento del Progetto Extramuros, l'esposizione si snoda negli storici spazi di Palazzo Vitelli alla Cannoniera, interessando le sale, il loggiato e il giardino all'italiana della prestigiosa sede della Pinacoteca.

Tra gli autori più importanti del panorama artistico contemporaneo internazionale, Paolo Icaro (Torino, 1936) ha rinnovato il linguaggio della scultura, partecipe delle più famose e cruciali esperienze storiche del Novecento – tra queste l'Arte povera e le neoavanguardie americane. Sullo sfondo della facciata graffita di Palazzo Vitelli, ideata da Giorgio Vasari, l'artista installa per la prima volta nel celebre giardino rinascimentale l'opera site-specific C’era una volta, l’incipit di ogni favola che Icaro ha idealmente scritto su  dieci tavole di circa tre metri – realizzate recuperando il legno di querce secolari abbattute – installate in verticale, come pagine di un unico libro disseminate nello spazio. Dialogo tra classico e contemporaneo che prosegue all'interno della Pinacoteca, che ospita nella sua collezione eccezionali capolavori dell'arte rinascimentale (tra cui il Martirio di San Sebastiano di Luca Signorelli). Qui il percorso espositivo è concepito come un dialogo e uno scambio energetico tra momenti diversi del percorso di Paolo Icaro, tra i differenti materiali utilizzati dall’artista (gesso, legno, vetro, acciaio, ecc.).

“Unending Incipit”  si dispiega a partire da alcuni aspetti emblematici della poetica di Icaro: l’idea che la scultura faccia/costruisca lo spazio anziché occuparlo e, insieme, reinventi il tempo, l’idea cioè che essa, accettando il divenire della materia come propria condizione, sia il luogo in cui il passato si rinnova in un presente continuo, senza fine; la dimensione autobiografica e vagamente narrativa a cui alludono alcuni lavori; la parola scritta come elemento ricorrente in molte opere di Icaro – intesa come gesto scultoreo, traccia di una manualità minima in grado di espandere il corpo della scultura al di fuori della sua materialità–; la tensione verso l’alto insieme al desiderio di una propagazione oltre i limiti fisici dell’opera, come se nell’oggetto potessero incontrarsi la misura di un limite umano e l’infinito.

Il vicesindaco e assessore alla Cultura del comune di Città di Castello, Michele Bettarelli, in vista di questo significativo appuntamento di portata internazionale ha sottolineato “l’importanza di sostenere e promuovere un’iniziativa prestigiosa per il contesto culturale tifernate, “dove l’arte contemporanea ha assunto un ruolo di assoluto rilievo consolidando l’immagine di Città di Castello fra le mete di arte e di turismo. Un evento che andrà ad arricchire ulteriormente le proposte culturali della città in un periodo particolare come quello delle festività natalizie.

La mostra è accompagnata da un pregiato catalogo in tiratura limitata edito da Magonza, con i contributi critici di Davide Ferri, Saverio Verini, e un ricco apparato iconografico dei lavori esposti, fotografati in situ da Michele Sereni.

La sede espositiva

La Pinacoteca Comunale di Città di Castello trova spazio nel palazzo rinascimentale, edificato tra il 1521 e il 1532 e completato nel 1545, che fu dimora di Alessandro Vitelli e Angela de’ Rossi. È la principale collezione d'arte dell'Umbria assieme alla Galleria Nazionale di Perugia e al suo interno si trovano importanti esempi di pittura rinascimentale e manierista, tra cui alcuni tra i primissimi lavori di Raffaello e Signorelli. La facciata principale del palazzo che si apre sul giardino all’italiana è decorata dai meravigliosi graffiti realizzati da Cristoforo Gherardi e aiuti, su disegno di Giorgio Vasari. La Pinacoteca ha ospitato importanti eventi espositivi e il recupero dell’ala est del palazzo, avvenuta nel 2005, ha permesso un’apertura al contemporaneo attraverso esposizioni personali e collettive di artisti sia storicizzati sia appartenenti alle nuove generazioni. Tra le mostre si ricordano Prima di Burri e con Burri (2005), Josef Albers. Arte come esperienza: i metodi di insegnamento di un maestro del Bauhaus (2013), Segno Forma Gesto (2014), Carlo Zauli. I bianchi (2015), Governare il caso. L’opera nel suo farsi dagli anni sessanta ai nostri giorni (2015-16), e il primo appuntamento del Progetto Extramuros, dal titolo Violenti confini (2017).

Orari di apertura della mostra da martedì a domenica, dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00 (ultimo ingresso alle ore 17.30). Chiuso il lunedì (non festivo).

Ingresso Gratuito.

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