Com’è cambiata la geopolitica del cibo in tempo di pandemia globale? È il tema centrale del libro che l’On. Maurizio Martina ha scritto proprio durante il primo lockdown italiano, nella primavera scorsa, e che Cia Umbria ha voluto presentare in diretta sul canale YouTube di Cia-Agricoltori Italiani (auditorium Giuseppe Avolio) ieri pomeriggio, 16 novembre. Un dibattito a più voci che, oltre al protagonista autore della pubblicazione edita da Mondadori, e al presidente Cia nazionale Dino Scanavino, ha coinvolto esperti di politica agricola ed economia a livello mondiale: Raimondo Serra, capo unità aggiunto della Commissione Europea Dg Agri unità Asia e Australia, Giulio Menato, capo unità aggiunto della Commissione Europea Dg Agri unità Americhe, Fabio Artuso, consulente esperto della World Bank e il Presidente della Commissione Agricoltura della Camera On. Filippo Gallinella. A fare gli onori di casa, il presidente Cia Umbria Matteo Bartolini.

“Si può rischiare una crisi alimentare - ha detto l’On. Maurizio Martina, autore del libro - a livello planetario anche con raccolti abbondanti nei campi e grandi riserve di cibo a disposizione? Sì.  Durante la pandemia da Covid-19 migliaia di animali sono stati abbattuti a causa del crollo delle vendite, migliaia di persone si mettevano in fila ai centri di assistenza per avere almeno un pasto al giorno. Il virus ha cambiato la domanda e l’offerta alimentare e, in tempi di emergenza, hanno prevalso le restrizioni protezionistiche, le interruzioni dei trasporti e delle spedizioni. Nel frattempo, i prezzi di alcuni alimenti sono schizzati alle stelle. Su tutto questo incombe la crisi climatica e ambientale, in atto da tempo e potenzialmente molto più distruttiva. Una minaccia tanto forte da dover richiamare l’intera società a nuovi impegni, al ripensamento complessivo di modelli di sviluppo, che già si sono dimostrati insufficienti e rischiosi di fronte al lockdown da coronavirus. Questo libro cerca di analizzare, con molti dati, ma anche con esperienze dirette, i vari aspetti che hanno frenato la globalizzazione e hanno accelerato le spinte sovraniste, anche in campo agricolo e alimentare, con effetti devastanti. Elementi che hanno cambiato il quadro geopolitico, che deve trovare un modello di sviluppo del tutto nuovo e più sostenibile. Un cambiamento che riguarda anche l’Italia, cuore del Mediterraneo”.

“Il Coronavirus ha stravolto l’economia mondiale – ha detto il presidente Cia Umbria Matteo Bartolini – che già viveva una situazione di difficoltà considerando la lotta epocale ai cambiamenti climatici, il clima di negoziati internazionali sempre più complicati e una dura guerra dei dazi tra Europa e Usa, ma anche tra Usa e Cina. La crisi pandemica, inoltre, ha avuto un fortissimo impatto sulla povertà in Italia, con un terzo delle famiglie italiane che hanno visto il proprio reddito ridursi di oltre il 25%.  Siamo arrivati alla seconda ondata in condizioni più drammatiche rispetto alla prima, e questo è un chiaro segnale per i policy maker per mettere in campo strumenti che evitino il ripetersi di quanto già accaduto. Dobbiamo valutare quale strategia adottare alla luce di nuove consapevolezze: che esiste il benessere solo se nessuno resta indietro, che il modello agricolo è vittima delle crisi ambientali, sanitarie e sociali ma è anche carnefice, e che per questo motivo l’economica non può essere la priorità indiscussa su tutto. Dobbiamo oggi rivedere il modello di globalizzazione con nuove regole, ripartendo insieme, come noi di Cia Umbria diciamo da tempo. Solo uniti potremo risolvere problemi complessi, di cui il libro di Martina offre una profonda e attenta analisi, che richiedono soluzioni complesse”.

“La pandemia - è intervenuto a conclusione del dibattito il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino- sta mostrando le sue conseguenze sul piano geopolitico. La corsa agli approvvigionamenti, i prezzi dei cereali alla borsa di Chicago, il rallentamento degli scambi commerciali, mostrano che il mondo interconnesso non è solo quello che viaggia sulle reti digitali, ma anche e sempre di più, quello del settore primario, della produzione e dello scambio di prodotti agricoli e agroalimentari. Il mondo che ci stiamo lasciando alle spalle ha, invece, privilegiato un'idea di convivenza che relegava questo settore alla marginalità. Dunque, stiamo imparando nostro malgrado che intorno a questi temi si svilupperanno le politiche mondiali dei prossimi anni. Il libro di Martina ha il pregio di portare a riflettere su questa contemporaneità deflagrante. Siamo chiamati tutti a rispondere alle domande che nascono da queste pagine: politica, rappresentanza di categoria e sindacale. Provare a costruire una risposta democratica è una sfida che interpella le istituzioni, l'economia e la società tutta. Cia-Agricoltori Italiani -ha concluso Scanavino- non intende certo sottrarsi. Occorre riflettere e offrire un contributo serio a una discussione così epocale”.

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