PERUGIA - ''A distanza di alcuni mesi dagli impegni assunti anche pubblicamente la Regione Umbria non ha ancora provveduto a regolamentare l'utilizzazione agronomica del biodigestato derivante da impianti agricoli e zootecnici. Una decisione che va presa al piu' presto per venire incontro alle esigenze degli allevatori ed in particolare dei suinicoltori umbri, da troppo tempo alle prese con una crisi senza precedenti''.

Lo ha detto il presidente della Cia dell'Umbria, Domenico Brugnoni, secondo il quale gli imprenditori disposti ad investire in impianti di biodigestione trovano un ''ostacolo insuperabile nell'assenza di una normativa regionale di riferimento, in cantiere da tanto tempo ma che stenta ancora a vedere la luce''. ''Tutto questo - ha aggiunto Brugnoni - mentre altre Regioni (Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte e Sardegna) hanno regolamentato convenientemente la materia sia per sopperire alla mancanza di una normativa nazionale sia per venire incontro alla necessita' dei produttori di usufruire degli incentivi previsti per le energie rinnovabili''.

La Cia dell'Umbria, si legge in una nota, nel rimarcare le ''gravi inadempienze'' anche su questa tematica del Ministero dell'Ambiente, chiede ''l'immediata convocazione del Tavolo di concertazione'', gia' istituito all'Assessorato regionale all'Ambiente, per ''provvedere in tempi rapidi alla redazione del regolamento in materia di impianti di biodigestione, nonche' alla definizione delle linee guida per la produzione di energia da fonti rinnovabili''.
 

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