PERUGIA - La Confederazione italiana degli agricoltori si è attivata per discutere una tematica fondamentale per le prospettive future del settore primario italiano, per un'agricoltura più produttiva, compatibile con l'ambiente, in grado di legarsi fortemente con i fabbisogni della società non solo in termini di sicurezza alimentare, ma anche come salvaguardia del territorio e dell'ambiente.

Lo ha fatto mettendo a confronto amministratori, esperti e tecnici nella conferenza nazionale che ha organizzato stamani a Bastia Umbra nella giornata inaugurale di Agriumbria 2012, sul tema: “L’impatto della Pac post-2013 sull’agricoltura italiana”.
All’incontro, concluso dal vicepresidente nazionale e presidente regionale della Cia, Domenico Brugnoni, hanno partecipato Stefano Ansideri, sindaco di Bastia Umbra; Leonardo Fontanella, vicepresidente regionale della Cia; Giuseppe Cornacchia della Cia nazionale; Massimiliano Benelli della Rappresentanza Permanente d’Italia nell’ Unione europea; Angelo Frascarelli dell’Università degli Studi di Perugia. Sono intervenuti Catiuscia Marini, presidente della Regione Umbria, Fernanda Cecchini assessore regionale all’Agricoltura; Giuseppe Blasi direttore generale del ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali.

“La Cia dell’Umbria – ha ricordato Fontanella – esattamente un anno fa affrontò per la prima volta la problematica della riforma della Pac”. Il vicepresidente ha sottolineato che l’iniziativa di questa mattina ha la finalità di formulare proposte concrete di adeguamento dei Regolamenti della Pac 2014-2020, attualmente oggetto di grande attenzione in tutta l’ Unione Europea. Entro il 2012 si arriverà infatti alla definizione della nuova Politica agricola comune. “Punto fondamentale secondo la Cia – come ricordato da Brugnoni -, è che la nuova Pac metta al centro la vera agricoltura e le imprese agricole e che risponda agli obiettivi dell’efficienza del mercato, del rafforzamento delle organizzazioni di produttori, della diffusione dell’economia contrattuale, di valide misure per favorire il ricambio generazionale, di sostegno degli strumenti (assicurazioni e fondi di mutualità) per contenere gli effetti della volatilità dei prezzi e delle crisi di mercato. L'azienda agricola, che sta a monte di tutta la filiera alimentare, per troppo tempo – ha dichiarato Brugnoni – è stato un settore penalizzato”.

I relatori del convegno hanno illustrato gli aspetti più tecnici della riforma Pac. Il prof. Angelo Frascarelli ha dettagliatamente sintetizzato le fasi della riforma e affrontato in particolare l'impatto delle novità sull'agricoltura italiana e regionale. Si è concentrato sugli effetti delle modifiche previste sui pagamenti diretti, evidenziando che l'agricoltura di domani si baserà su due parole chiave: produttività e sostenibilità, binomio sempre più inscindibile.
Tra i molti aspetti discussi da Giuseppe Cornacchia, quello del budget comunitario. Il dirigente della Cia nazionale ha evidenziato come le due voci che si riducono sono il I pilastro (-12,5%) e il secondo (-6%). E' decisivo, ha aggiunto il responsabile del settore economico della Cia, difendere il budget, affinché sia almeno pari a quello attuale.

Giuseppe Blasi ha sottolineato che questo è il tema “forse il più importante che dobbiamo gestire oggi con l'Unione Europea perché, al di là dei problemi tecnici sulla trattativa che coinvolge la filiera agricola, di fatto tutto dipende da chi a Bruxelles negozia sulle questioni finanziarie”. Per la Cia è necessario innanzitutto che la Pac disponga di risorse adeguate sia per dare un concreto sostegno al reddito degli agricoltori che per garantire un congruo approvvigionamento agroalimentare dell’Ue, anche per intervenire tempestivamente in presenza di gravi crisi di mercato, che in questi ultimi anni si sono verificate in più occasioni.
Altra questione affrontata è quella del “principio di convergenza”, di cui la Cia riconosce la validità, finalizzato a riequilibrare almeno parzialmente la spesa, in modo che i Paesi che hanno avuto di più possano cedere qualcosa a quelli che hanno avuto di meno.
La componente della proposta Pac che genera forti perplessità è inoltre quella del greening che dà un’immagine distorta dell’agricoltura, senza arrecare benefici ambientali.
Sullo stato dei lavori circa il negoziato sulla nuova Pac si è soffermato Massimiliano Benelli che ha ricordato il “ritardo nel processo di approvazione del pacchetto di riforme della Pac che deriva dal fatto che non c'è ancora accordo tra gli Stati membri dell'UE sul bilancio pluriennale”.

Le principali osservazioni sulla nuova Pac formulate dalla Cia trovano concorde la Regione Umbria. Lo ha sostenuto la Presidente della Regione Catiuscia Marini che ha posto l'accento su alcune questioni che interessano le imprese umbre. La Presidente ha ricordato l'impegno finanziario dell'ente verso l'agricoltura e il lavoro di collaborazione tra Regione e imprese agricole in un percorso strategico per tutto il territorio.
Per quanto riguarda il Programma di sviluppo rurale (lo strumento che recepisce le misure della Pac a livello regionale) la Cia sottolinea l’importanza della innovazione, della competitività, della sostenibilità e del ricambio generazionale. Ma affinché esso possa davvero dare un impulso efficace alla crescita dell’agricoltura ed allo sviluppo della società occorre che sia fortemente semplificato e reso più flessibile.
L'assessore Fernanda Cecchini ha aggiunto che la Regione “chiede una Pac che dia un sostegno concreto soprattutto a quell'agricoltura che produce, che fornisce prodotti di qualità, genera reddito, occupazione, dà lavoro e quindi garantisce il presidio delle aziende sul territorio”.

Con l’appuntamento di stamani è inoltre proseguita la grande mobilitazione della Cia contro l'Imu in agricoltura. Al termine del convegno è stato approvato dalla Cia Umbria un ordine del giorno contro l’applicazione dell'Imposta Municipale Unica. “E' l'imposta che andrebbe a penalizzare tutte le imprese agricole – ha evidenziato a tal proposito il direttore generale di Cia Umbria Catia Mariani -. Per noi è un'imposta ingiusta perché va a gravare sui mezzi di produzione, ovvero stalle, fienili, cantine, frantoi... beni strumentali ma che non generano reddito. Quindi riteniamo che sia una misura che penalizza fortemente l'agricoltura perché recessiva. Chiediamo invece una misura che incentivi l'agricoltura come grande valore economico e produttivo del nostro Paese”.
A Bastia, ancora una volta, sono stati sensibilizzati parlamentari, sindaci e rappresentanti delle istituzioni sulla assoluta iniquità di una scelta che va a colpire ingiustamente gli imprenditori agricoli già alle prese con una crisi senza precedenti.

Ad Agriumbria la Cia promuove anche le eccellenze enogastronomiche della regione attraverso l’allestimento di un apposito stand all’ interno del quale, tra l’ altro, è attivo lo Sportello per la Sicurezza in Agricoltura in stretta collaborazione con i tecnici dell’ Unità operativa complessa “Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro” della Asl 2, con l’ obiettivo di fornire informazioni utili a tutti i visitatori e, in particolare, agli agricoltori.

 

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