PERUGIA - Con sbigottita costernazione “Italia Nostra” registra la chiusura della Ferrovia centrale Umbra da Sansepolcro a Terni annunciata giovedì 31 agosto 2017 dai vertici regionali. Venti anni fa furono spese alcune centinaia di miliardi di lire per la ri-elettrificazione, dieci anni fa spesi quasi venti milioni di euro per acquistare quattro nuove motrici che solo dopo ci si accorse impossibilitate a salire a S. Anna, negli ultimi anni i cinque milioni della manutenzione annuale sono stati immotivatamente dirottati altrove mentre ci si è scordati del tutto di programmare manutenzione straordinaria, una miriade di altri tracolli gestionali e finanziari. E’ un fallimento epocale e forse voluto per segreta e inconfessata sudditanza alle potenti lobby nazionali della “gomma”; un fallimento che al di là dei contorcimenti sulle pagine dei giornali chiama in ballo il governo regionale dalla fondazione, chiama in ballo i partiti tutti e in specie quelli che maggiormente ne portano la responsabilità storica, chiama in ballo la stessa democrazia italiana: è scandaloso e incivile che si continui a perorare sicurezza di stipendi in assenza di servizio! E’ scandaloso e incivile dare per normale erogare stipendi ed emolumenti indipendentemente dalla capacità di incasso!

La chiusura dell’Fcu è una perdita enorme è uno scandalo imperdonabile, atteso che dalla fondazione dell’ente Regione ogni documento programmatico ha giustamente riconosciuto a questa ferrovia grandi potenzialità urbane, metropolitane, regionali e perfino interregionali; è irritante e imperdonabile l’ostinata opposizione dei vertici regionali ad aprirsi a progetti di concreto rilancio che forze vive della società civile e culturale invano si sforzano di partecipare (tra tutte la proposta di tecnologiaTramTreno); è sconfortante misurare l’attuale abisso a fronte dei nostri padri che con sacrificio e lungimiranza riuscirono ben invece a costruirla la ferrovia regionale, non a chiuderla.

Italia Nostra è tradizionalmente attenta al tema della mobilità, dai centri storici alla qualità delle periferie e delle cittadine tributarie di traffico che -tutte- dovranno continuare a vivere scenari urbani sempre più lontani dell’Europa civile e progredita; denuncia l’inutilità di uffici regionali costosissimi e pletorici; reclama la individuazione delle singole responsabilità di un simile delitto; appoggia la istituzione di una apposita commissione consiliare di indagine; auspica che similmente a Norimberga la commissione sappia restituire verità storica, base di un minimo di giustizia.

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