Chi ha smacchiato l’Umbria Rossa? Noi “rivoluzionari” diventati “conservatori”
Di Ciuenlai - Per la serie chi ha smacchiato l’Umbria Rossa abbiamo intervistato Palmiro Giovagnola ora Presidente della Banca di Credito Cooperativo dell'Umbria ed ex Sindaco di Città della Pieve, ex Vicepresidente della Provincia di Perugia ed ex Presidente della Lega per le autonomie locali della nostra Regione
Domanda d’obbligo : Chi ha smacchiato l’Umbria Rossa? Bisogna allargare la visione geografica per dare una risposta .
Cioè? La globalizzazione ha portato alla fine dei valori della sinistra, che si è fatta completamente assorbire dalle sirene del neoliberismo, rinunciando alla sua missione principale che è quella di cambiar le storture della società capitalista, modificando profondamente i rapporti di forza a favore dei più deboli.
Da cosa trae queste conclusioni? I governi socialdemocratici o della sinistra in generale , in Europa, si sono distinti per politiche che una volta, avremmo bollato come di destra. Chi comanda è riuscito nella incredibile impresa di far fare il “lavoro sporco” (diminuzione dei diritti, del welfare, dei salari ecc.) agli ex avversari. I più conservatori non sono stati la Teacher, Khol, Berlusconi e Aznar ma Blair, Shroeder, Gonzales e Zapatero, Monti e Renzi. Il loro conservatorismo ha funzionato meglio e ha” portato a casa” più risultati di quelli ottenuti “dagli originali”. Perché la trasformazione ha determinato la cancellazione dell’attività dei corpi intermedi in gran parte controllati dalla sinistra. Un esempio per tutti. Sull’abolizione del famoso art, 18 i sindacati hanno portato in piazza 3 milioni di persone contro il Governo Berlusconi e nessuno quando Renzi l’ha praticamente abolito.
Quindi? Quindi , se è successo tutto questo nel mondo figuriamoci quello che è avvenuto a livello nazionale e locale.
Cominciamo dal nazionale - Mentre la globalizzazione e la nascita dell’ Europa dei finanzieri facevano crescere le dimensioni geografiche dei problemi da affrontare, noi abbiamo avuto la grande intuizione di distruggere lo stato unitario dividendolo in 20”staterelli”, che sono una della principali ragioni dell’ enorme aumento del nostro debito pubblico. Adesso, con la diminuzione dei fondi statali anche queste realtà soffrono e l’Umbria, per le sue ridotte dimensioni, soffre più delle altre. I poteri locali sono stati distrutti dai vari Governi Nazionali che per declamare lo slogan “non metteremo mano al portafoglio degli Italiani”, costringevano, con tagli draconiani, soprattutto i Comuni, ad aumentare in modo esponenziale tariffe e tributi, diminuendo nel contempo il complesso dei servizi. E’ come se un’azienda aumenta il prezzo del suo prodotto abbassandone la qualità. La conseguenza sarebbe un’inevitabile diminuzione delle vendite. Per non parlare della ridicola vicenda delle Province’
Invece parliamone! La vera riforma non era la loro abolizione ma il loro potenziamento facendogli assorbire tutte quelle competenze tipiche dell’Ente intermedio in mano a rivoli di altri enti di secondo grado. C’è stato un momento in Umbria che tra Comunità Montane, Ati, Atc, Associazioni dei Comuni, Consorzi pubblici di vario tipo, parchi regionali e Commissioni per tutti i palati e su tutti gli argomenti possibili e immaginabili, nella nostra regione operavano centinaia e centinaia di amministratori tutti con compensi di vario tipo.
E questo che ha comportato? Ha comportato che i consensi non derivavano più dalla proposta politica rivolta alla società, ma da quelle rivolte agli individui. A quelli che chiamiamo in gergo sistemi di potere, che sono anche sistemi di Governo, legittimi, anche,se per me sbagliati.
E’ questo dunque che ha determinato il tracollo delle amministrazioni di centro sinistra? Si con i tagli draconiani del Governo a Regioni ed Enti Locali questi sistemi di potere hanno subito una significativa riduzione. E alla loro riduzione ha fatto riscontro una proporzionale e costante riduzione dei consensi.
Ma qualche centinaio di amministratori in meno può determinare la perdita del 60% dei voti in così poco tempo? Si perché questi sistemi hanno permesso l’estensione di posizioni privilegiate nella pubblica amministrazione e l’allargamento a dismisura dei costi della politica attraverso un complesso e articolato sistema fatto di assistenti, segretari e segretarie, consulenze , portavoce ecc.
La storia si fa interessante . Mi faccia capire meglio - Lo farò utilizzando alcuni esempi. All’inizio degli anni 80 i dirigenti di Regione, Provincia e Comune di Perugia erano una decina o poco più. Non esistevano i Presidenti di Assemblea e tutto in contorno che li contraddistingue, non c’erano assistenti per i gruppi Consiliari che si gestivano da soli. Ricordo che il compianto Sindaco del mio comune Città della Pieve, Serafini, quando fu eletto in Provincia nel 1980, fu nominato segretario del gruppo. Era cioè lui quello che si occupava dell’ordinario funzionamento e delle esigenze di 15 Consiglieri. Lui a costo 0.
E poi? E poi i dirigenti, a cui, nel frattempo, era stato fatto un contratto separato e molto oneroso con la complicità dei sindacati, alla fine dello scorso millennio, erano diventati 200 e gli apparati dei Consigli, che nel caso dei Comuni e delle Province, nonostante fossero stati esautorati di gran parte dei loro poteri , passati a Giunte formate da non eletti, crebbero a dismisura. A questo va aggiunta una politica che ha fatto le scelte sbagliate in materia di economia e di infrastrutture.
Mi dia una risposta meno generica. Abbiamo risposto alla tremenda crisi industriale degli anni 80, che solo nell’area di Perugia - Trasimeno, portò via quasi 10 mila posti di lavoro, con la moltiplicazione dei centri commerciali e con l’espansione del settore edile. Quando è arrivata la crisi questo castello di carte è venuto giù al primo soffio di vento.
E sulle infrastrutture? La scelta della “Quadrilatero” ha determinato lo spostamento delle attenzioni di regione ed Enti Locali verso strutture non del tutto prioritarie per l’Umbria. E le conseguenze oggi si vedono con la E/45 chiusa e ridotta ad un colabrodo, come i raccordi autostradali, la Perugia Ancona di nuovo ferma, collegamenti ferroviari da terzo mondo, salvo alcune corse che partono all’alba” e due aeroporti che non fanno per mezzo.
Lei però a quei tempi era Vicepresidente della Provincia, quindi fa parte di queste scelte. Io mi prendo le mie responsabilità, come dovrebbero fare, tutti gli amministratori di quel periodo e dei successivi . Ricordo però che allora assieme al compianto Presidente Giulio Cozzari ,resistemmo fino all’ultimo indicando altre priorità. Ma rimanemmo soli in questa battaglia. La Provincia aderì solo alla fine alla società Quadrilatero.
Che si doveva fare invece ? Delle strade ho detto sopra. Sulla ferrovia bisognava abbandonare i progetti faraonici e irrealizzabili come ha dimostrato la storia, del raddoppio dell’Orte – Falconara e costruire il collegamento diretto del capoluogo con la direttissima prima e l’alta velocità poi con una stazione tra Umbria e Toscana a Ponticelli per l’esattezza.
Quindi c’è un gruppo dirigente che ha fallito? Si abbiamo fallito. La sinistra Umbra, influenzata dalle tendenze Europee e nazionali, ha prima sbagliato a fare le scelte e poi a gestire la crisi. La conclusione è che oggi gli ex rivoluzionari sono considerati i veri conservatori. Siamo considerati, a volte anche impropriamente, ma questo non conta, le elites contro e quali scagliarsi, Riorganizzare quello che c’è mi pare difficile. Il Pd e gli altri soggetti della presunta sinistra sono dominati da una logica di pura conservazione. Ma questi sono tempi che richiederebbero cambiamenti radicali che, per il momento, non vedo all’orizzonte.
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