di Alfonso Gianni 

 

E' curioso che a spiegarcelo sia il giornale della Confindustria. Oggi Il Sole 24 Ore non vi va leggero. Un articolo di una sua affermata analista, a commento del discorso sullo stato dell'Unione della von der Leyen, comincia con queste parole: "Di questo passo in novembre saremo costretti a convocare un vertice europeo straordinario per nazionalizzare in tutta l'Unione produzione e distribuzione di energia". Crolla - almeno a parole - un pilastro del neoliberismo. In realtà - ma questo l'articolo non lo dice - ci vorrebbe un Ente unico a livello europeo per l'acquisto e la distribuzione del gas, mettendo così fine al Ttf olandese. E sarebbe già un grande passo in avanti. In un altro articolo, sempre nell'edizione di oggi, dal taglio più cronachistico, si riferisce che la spinta rialzista sul prezzo del gas è stata determinata in particolare dalle massicce operazioni di riacquisto di titoli derivati (futures) da parte delle utility ed è stata fermata dal fatto che alcuni paesi hanno potuto attingere a fondi pubblici per fare fronte alla liquidità richiesta. Il che ha già portato il prezzo del gas da 350 euro a megawattora a 200 euro. Sempre troppo. Infatti bisogna fare molto di più. Ma è già interessante che l'articolo si concluda con la seguente considerazione: "A guardare bene quanto accaduto nelle ultime settimane, forse più che la Russia a gonfiare i prezzi siamo stati noi europei".  Si dirà che il problema è più complesso. Il che è vero. Ma intanto un po' di verità viene a galla.

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