Di Mario Bravi e Gianfranco Fattorini

L’osservatorio della CGIL nazionale sull’andamento della CIG conferma, anche nell'aggiornamento al mese di ottobre, un dato molto pesante per la nostra regione.
Infatti, mentre il ricorso alla CIGO cala rispetto al 2010 (-15,3%), così come quello alla CIGS, anche se in maniera più contenuta (-3,5%), la CGID, di gran lunga la tipologia più utilizzata nella nostra regione, continua a far registrare un aumento (+2,14%). Così come aumenta il numero delle aziende che ricorrono agli ammortizzatori sociali.
E’ evidente di fronte a noi un dato ormai consolidato: sono a rischio quasi 10mila posti di lavoro in Umbria. I numeri ci dicono, infatti, che cresce sempre di più la parte strutturale della crisi produttiva e tutto questo avviene mentre molti esponenti politici, soprattutto della parte governativa che ci lasciamo alle spalle, pensano di affrontare il tutto con i licenziamenti facili.
Questa è una strada sbagliata che va assolutamente contrastata, puntando a salvaguardare l’apparato manifatturiero e il lavoro.
La ripresa non c’è finché non si sostengono i progetti che puntano alla crescita e allo sviluppo, rilanciando anche i consumi. In questo quadro, è importante sottolineare anche il fatto che i lavoratori coinvolti dalla CIG hanno perso solo nel 2011 circa 6.226 euro di reddito.
Più dettagliatamente per quanto riguarda la nostra regione, i lavoratori che risultano mediamente coinvolti dalla CIG nel periodo gennaio-ottobre sono 19.716; di cui 3.721 in CIGO, 3.597 in CIGS e ben 12.398 in CGID.
Mentre per quanto riguarda la Cassa Integrazione a 0 ore, sempre nella nostra regione, 1.861 sono i lavoratori collocati in CIGO 1.791 in CIGS e 6.199 in CGID, per un numero complessivo di 9.859 unità.
Per tutti questi motivi riteniamo necessario continuare la nostra iniziativa per modificare la politica economica e sociale di questo paese, che incide in maniera rilevante sulla nostra Regione, sottolineando l’esigenza di individuare nel lavoro e nell’occupazione la priorità della nostra iniziativa.
Anche per questi motivi la manifestazione nazionale del 3 dicembre sul lavoro a Roma avrà una funzione fondamentale.

 

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