Di Mario Bravi, segretario generale CGIL Umbria

Vanda Scarpelli, segretaria generale FP CGIL Umbria

Nicola Preiti, segretario regionale FP CGIL Medici

 

PERUGIA - Proclami sull'abbattimento delle liste d'attesa ne abbiamo sentiti parecchi. L'ultimo è di questi giorni dove  la Regione prospetta mirabolanti soluzioni con un piano straordinario entro il 15 luglio.

Intanto i cittadini continuano ad aspettare sempre più a lungo. E quando non possono aspettare sono costretti a pagare di tasca propria o a rinunciare. Un diritto all'assistenza pagato e negato. Inaccettabile.

Fin dal 2010, l'allora assessore alla sanità Riommi, dichiarava guerra alle liste d'attesa. Da abbattere entro dicembre,  e prometteva perfino rimborsi ai cittadini se le Aziende non avessero rispettato  i limiti dei tempi d'attesa.

Ricordiamo anche, per la cronaca,  che gli attuali Direttori Generali hanno percepito nel 2013 un premio di quasi 30.000 euro per aver raggiunto gli obiettivi assegnati: uno degli obiettivi era proprio l'abbattimento delle liste d'attesa. Ma siamo sempre lì. Ad aspettare.

Ora si prospettano aperture prolungate dei servizi la sera ed anche nei week-end, utilizzo maggiore delle apparecchiature diagnostiche, interventi sulla appropriatezza. Ottimo, magari. Lo chiediamo da anni, ed altre regioni sono ben più avanti su questo terreno.

Ma non è dato sapere quali, quante e dove pensano di trovare le risorse professionali  necessarie, né con chi ne abbiano parlato. Non con sindacati e medici.

E' noto che nella sanità di questa regione (e non solo) c'è l'attitudine a risparmiare su chi lavora. Con l'unificazione delle USL  questo è l'unico risparmio visibile e variamente declinato: contrazione degli organici, mancate sostituzioni (es. gravidanze), orario in eccesso non pagato, precariato strutturale, utilizzo su più centri dello stesso personale con copertura fittizia dei servizi. Stesso discorso per le Aziende ospedaliere che si reggono a stento sul “contributo” degli specializzandi oltre che sui medici strutturati.

La conseguenza è  la grande sofferenza professionale degli operatori e dei servizi che spesso stentano ad andare avanti. E la situazione sarà ancora più grave in questo periodo feriale.

Quindi chi lavorerà di più per abbattere le liste d'attesa? Sono previste nuove assunzioni, un aumento di incarichi precari o sono sempre gli stessi, come le famose “mucche del Duce” che si spostano da un posto all'altro?

Ci aspettiamo, con i cittadini e gli operatori, interventi seri, un piano non velleitario che affronti i problemi e li risolva adesso. I proclami non servono non accetteremo né a livello locale né a livello nazionale interventi contro il lavoro.

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