Le polemiche d'Agosto, con il caldo che fa. Non solo i "sorrisi" da il piano rifiuti e il destino del termovalorizzatore. Polemica sempre aperta sul termovalorizzatore proposto a Perugia e in Umbria dalla Regione. Dopo il no del centrosinistra, sindaca Ferdinandi in testa e le stoccate del centrodestra, tocca alla Cgil. 

Secondo Simone Pampanelli, segretario generale della Cgil di Perugia, e Michele Agnani, della Fp Cgil Umbria e secondo Legambiente questa scelta è “dannosa, costosa e impattante”, con conseguenze negative per i prossimi 20 anni. La Cgil regionale ha elaborato un documento con Legambiente, proponendo un percorso alternativo basato sulla sostenibilità. Questo modello prevede un’efficiente raccolta domiciliare estesa a tutto il territorio regionale, l’introduzione della tariffa puntuale e lo sviluppo dell’economia circolare, promuovendo ecodesign, riduzione a monte, riuso e riciclo dei rifiuti differenziati.

Nonostante gli sforzi per la raccolta differenziata, Pampanelli e Agnani sottolineano la mancanza di sviluppo delle filiere del recupero. “I cittadini hanno dimostrato responsabilità e attenzione all’ambiente, ma con l’inceneritore rischieremmo di mettere in discussione tutto questo”, affermano i due sindacalisti. Essi criticano la Regione per una scelta che considerano ideologica e in contrasto con le indicazioni europee sulla sostenibilità e l’economia circolare. Un altro punto critico è la quantità di rifiuti indifferenziati necessaria per alimentare un inceneritore da 160.000 tonnellate all’anno. Secondo Pampanelli e Agnani, l’Umbria non produce abbastanza rifiuti indifferenziati per giustificare un impianto di tali dimensioni. “A meno che non si compiano volutamente e colpevolmente passi indietro sulla strada virtuosa dell’economia circolare, o si pensi di importare rifiuti da altre regioni. In ogni caso, una scelta dannosa per la nostra regione”, concludono. Il documento elaborato da Cgil e Legambiente propone invece soluzioni sostenibili, con un focus su raccolta differenziata efficiente, tariffazione puntuale e promozione di pratiche di economia circolare. Questo approccio mira a ridurre la produzione di rifiuti, incentivare il riciclo e garantire un impatto ambientale minimo, in linea con le direttive europee.

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