TERNI - Le risorse complessivamente interessate dai bandi regionali legati al sociale, nel solo 2018, ammontano a circa 10 milioni euro, provenienti perlopiù da fondi europei, nazionali e regionali. «Eppure –  denunciano la Cgil di Terni e i pensionati della stessa organizzazione – questi fondi al momento sembrano arrestarsi alle porte di Terni e i cittadini i ternani che pure ne hanno diritto non possono ancora beneficiarne. Come mai?».

Il bando relativo al tema della non autosufficienza, promosso dalla Regione Umbria nei primi mesi del 2018 anche grazie alla spinta delle parti sociali, destina risorse per circa 3 milioni di euro alle persone anziane non autosufficienti.

Obiettivo dichiarato del provvedimento è quello di fare in modo che ogni anziano non autosufficiente riesca a rimanere quanto più a lungo possibile tra le mura domestiche, potendo anche contare sull’assunzione di un collaboratore (o collaboratrice) familiare.

Il bando, per ciascun avente diritto, prevede un contributo massimo erogabile di 3.000 euro annui, al fine di sostenere economicamente le famiglie nella gestione dell’assistenza evitando il ricorso al lavoro nero, particolarmente diffuso nel settore dell’assistenza domiciliare agli anziani. A Terni però di tutto questo pare non esservi traccia, come affermano dalla Cgil.

«Ci risulta – si legge in una nota congiunta della Cgil e Spi Cgil –  che la Regione Umbria, attraverso i propri uffici, abbia da tempo provveduto al trasferimento delle risorse agli enti di competenza, tra cui il Comune di Terni. Eppure – prosegue la nota – mentre in altri ambiti le procedure marciano spedite, nel Comune di Terni è tutto bloccato, e i cittadini ternani che pure hanno i requisiti per usufruire delle risorse previste dal bando regionale per la non autosufficienza, non hanno modo di accedervi».

«Si tratta – prosegue la nota – di risorse già finanziate, che peraltro non incidono minimamente sulle casse comunali, ma riguardano la vita quotidiana di tante famiglie con anziani in condizione di non autosufficienza a carico».

«I motivi di una tale situazione – chiosano le organizzazioni sindacali di vico San Procolo – ci sono del tutto oscuri. Perché non si sbloccano subito quei fondi?». Un domanda a cui si spera arrivi quanto prima una risposta.

Spi Cgil Terni

Cgil Terni

 

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