CITTA' DI CASTELLO - Primo fra i cinque presenti nella ASL 1, il centro diurno per l’Alzheimer e le demenze senili "Luigi Coli" di Città di Castello compie 10 anni. Per festeggiare il decennale del centro tifernate - che è anche tra i primi, insieme a quelli di Perugia, Foligno e Terni, realizzati in forma sperimentale dal ministero della sanità - dal 12 al 21 aprile 2012 la Regione Umbria, il Comune di Città di Castello, l’ASL 1, l’associazione AMA Umbria e la Cooperativa La Rondine hanno organizzato “I Ris-Volti dell’Alzheimer” un evento ricco di iniziative: incontri scientifico-divulgativi, presentazione del manuale “Alzheimer: Come viverci e conviverci”, mostre di fotografie e di fumetti e proiezioni cinematografiche. Un approccio inedito per far conoscere alla comunità

L'Alzheimer, la più diffusa forma di demenza, è una malattia sempre più presente nella società contemporanea. Attualmente in Italia i malati di Alzheimer sono più di 600.000 e si prevede che il loro numero raddoppi nei prossimi 10 anni. Secondo il Censis, inoltre, tra costi diretti e indiretti, in Italia la spesa globale annua media per singolo paziente è pari a circa 60mila euro, in gran parte a carico delle famiglie.

Venerdì 13 aprile l’Auditorium Sant'Antonio di Città di Castello a partire dalle ore 15,30 ospiterà il congresso “Demenza, Depressione e Disabilità in una società che cambia”. Dopo i saluti istituzionali dell’assessore alla sanità della Regione Umbria Franco Tomassoni, del sindaco di Città di Castello Luciano Bacchetta e del direttore generale dell’ASL 1 Umbria Andrea Casciari, saranno affrontati i temi legati alla malattia di Alzheimer e alla rete dei Servizi per la malattia di Alzheimer nella ASL 1 dell'Umbria, agli indirizzi gestionali in tema di demenze e sarà inoltre presentato il manuale per la malattia di Alzheimer, rivolto alla popolazione in generale con particolare riferimento ai familiari dei pazienti malati di Alzheimer.

Sarà il direttore generale della sanità della Regione Umbria Emilio Duca ad aprire la seconda giornata del congresso (sabato 14 aprile alle ore 9,00) per poi passare a discutere di epidemiologia della malattia di Alzheimer, del problema della diagnosi, dei disturbi neuro-psichiatrici, della terapia farmacologica e della riabilitazione cognitiva nella malattia di Alzheimer, estendendo il confronto alle altre patologie senili come ictus e malattia di Parkinson in relazione alla demenza.

L’evento “I Ris-Volti dell’Alzheimer” è stato realizzato in collaborazione con Rotary Club e Inner Wheel Club, Associazione “Amici del Fumetto”, Circolo degli Illuminati, Accademia degli Illuminati, Fondazione Cassa di Risparmio e Diocesi di Città di Castello.
Il direttore generale della ASL 1 Andrea Casciari precisa:
“Le demenze, e in particolare quella di Alzheimer costituiscono un problema rilevante di sanità pubblica in quanto rappresentano una delle maggiori cause di disabilità tra la popolazione generale, assorbendo notevoli risorse assistenziali sia in termini di quantità che di qualità. Il maggior fattore di rischio per la demenza è l'età e la popolazione anziana è in costante incremento.Nei Paesi dell'Unione Europea si stima che nel 2020 circa 15 milioni di persone saranno affette da demenza con un rapporto femmine/maschi di 2/1. In termini di disabilità, in base alla scala di valutazione DALY (Disability Adjusted Life Years) risulta che il peso della demenza sia, nei paesi dell'UE, quasi doppio di quello generato da patologie come il diabete. In Italia si stima che esistano circa 600.000 malati di Alzheimer essendone colpiti l'1% dei 65enni ed il 30% degli 80enni.
Le famiglie sono pesantemente coinvolte nel processo di cura e di assistenza e si trovano ad affrontare enormi sforzi fisici, psicologici ed economici, legati alla malattia e ai cambiamenti che essa determina nella persona colpita. Se si considera che la durata media della malattia dal suo esordio è di circa 10 anni ci si rende conto del forte impatto sociale che determina e quanto sia importante intraprendere azioni volte a contrastare il decorso del deterioramento cognitivo e migliorare la qualità della vita del malato e dei suoi famigliari.
Diventa pertanto fondamentale considerare ogni fase del percorso che consente di fronteggiare tale emergenza, dalla conoscenza reale del fenomeno, alla promozione degli interventi più adeguati a consentirne la prevenzione, la diagnosi precoce, la presa in carico tempestiva ed olistica, la gestione in rete dei servizi di assistenza e riabilitazione.

Nella nostra Regione la programmazione sanitaria ha dato ampio risalto all'assistenza ai malati di Alzheimer privilegiando la presa in carico integrata con i servizi socio-assistenziali dei Comuni attraverso una gestione ed organizzazione delle risorse multidisciplinare e flessibile.

L'Azienda Sanitaria Locale 1 di Città di Castello per prima in Umbria ha avviato la sperimentazione di un modello assistenziale di presa in carico attivando un Centro Diurno dedicato, volto al contenimento dell'evoluzione della malattia ed alla riabilitazione dei malati ed a garantire sollievo alle famiglie. Modello poi esportato negli altri territori regionali: il centro "Luigi Coli" di Città di Castello, tra i primi centri in Umbria, insieme a quello di Perugia e Terni, realizzati in forma sperimentale dal Ministero della Sanità, al quale si sono poi aggiunti i centri di Gubbio e Gualdo Tadino nell'Alto Chiascio. Consapevoli della necessità di implementare ulteriormente l'offerta assistenziale è stato attivato il Servizio Interdistrettuale per i Disturbi Cognitivi con lo scopo di presa in carico precoce della patologia e gestione in rete dei malati.
Nel corso del 2011 sono stati presi in carico dal Servizio Interdistrettuale per i Disturbi Cognitivi, per l’Alto Tevere più di 300 nuovi assistiti (circa 2000 erano già in carico al Servizio). Nell'ambito del Piano Integrato ASL-Comuni per la Non autosufficienza sono stati aperti i centri diurni di Trestina e di Umbertide per l'area dell'Alto Tevere.

Il Servizio collabora con l’Associazione Malati di Alzheimer (AMA) per garantire sia una preso in carico precoce che una diversificazione dell’offerta in base al grado di gravità del bisogno. Per l'anno in corso sarà posta particolare attenzione allo sviluppo del sostegno alle famiglie attraverso il counselling, l'assistenza psicologica e l'implementazione dell'assistenza tutelare domiciliare. Sarà inoltre organizzata una settimana di riflessione sulla patologia derivante dall'esperienza assistenziale integrata dei professionisti della ASL, delle associazioni, della cooperazione sociale, dei servizi sociali dei comuni del nostro territorio, in occasione del decennale dell’apertura dei primo, storico centro diurno sperimentale”.

 

Condividi