Il Comitato “Verde  Pian D’Assino”, in data 7 agosto 2013, si poneva alcune domande su chi volesse la centrale a biomassa. Si assisteva a partite a ping pong tra i diversi enti competenti senza mai capire dove potesse cadere la pallina.  La stessa data del 7 agosto, segnava la fine di questa lunga e sofferta partita che il Comune, insieme a Regione e Provincia doveva chiudere. Una volta chiusa, finalmente si sarebbe dovuto capire chi si assumeva le responsabilità di una decisione tanto contrastata: la domanda che ci si pone da sempre è chi ha dato il consenso iniziale, per arrivare all’approvazione finale poiché tutti i responsabili dei vari enti coinvolti come Comune, Provincia e Regione hanno declinato la propria responsabilità manifestando il disappunto della futura centrale.

La pallina nel gioco del ping pong è rimasta sospesa nell’aria e da lì, per il momento, non vuole scendere. Nel verbale finale della conferenza di servizi tenutasi, sempre, in data 7 agosto, si legge alla fine di tutto il procedimento che “ A conclusione della seduta, il Presidente dà atto che il procedimento di PAS (Procedura Abilitativa Semplificata) si perfeziona automaticamente, … avendo recepito tutti i pareri favorevoli del termine massimo previsto dalla legge (SILENZIO ASSENSO)”. Insomma la centrale è responsabile di se stessa; si è approvata da sola. Dunque “La centrale si approva”. Questa storia ha dell’incredibile, roba da far invidia al giornale  più satirico dell’Italia  degli anni settanta: “IL MALE” (chiuso nel 1982). Su questa vicenda si sarebbe divertito a pubblicare scenari ironici, sarcastici e corrosivi al vetriolo, come affiggere il paese di  Umbertide  di un eventuale wanted, con  identikit sommario e con ricca ricompensa nel chiedere aiuto  a chi sa  o ha sentito qualcosa di cui ancora non si vuole portare a conoscenza.

Comunque vada a finire questa “storia”, rimane una profonda delusione nel constatare che chi viene eletto dal popolo, dovrebbe tutelare gli interessi e la salute dei propri cittadini. Questa pur semplice osservazione che ad oggi può anche risuonare come banale o ingenua, non lo è.  La centrale a biomassa diventerebbe parte integrante di una zona industriale già compromessa da tempo, su cui grava la discarica di Pietramelina che sembra bruciare il biogas, e minacciata dalla vociferata riapertura della ex Estereco su cui il silenzio regna sovrano (ma voci di corridoio parlano di produzione di energia elettrica). Allora  le possibili conseguenze  sulla salute che potrebbero verificarsi saranno pagate da tutta la collettività e non si creda che il problema possa essere circoscritto solo ad Umbertide. Ma il triangolo interessato al problema ambientale riguarda tanto Umbertide quanto Pietramelina e Gubbio. Cernobyl insegna che i confini stanno solo sulle carte geografiche.  A chi diremo grazie? Ed ecco allora che la protesta di chi vive sul territorio dovrebbe essere unanime, ben consapevoli che chi ci amministra deve farlo nel rispetto dei cittadini e quando questo non avviene, la protesta sociale deve essere come un fuoco (per stare in tema) che brucia e che consuma lentamente l’apparente consenso della politica.
 

Comitato Verde di Pian D’Assino

 

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