PERUGIA - “Sono in corso processi di stabilizzazione e non c'è alcun pericolo di chiusura per la centrale di Pietrafitta, almeno nel medio termine; anzi c'è la volontà di intervenire sul sito per qualificarlo ulteriormente. Enel sta definendo una drastica trasformazione delle proprie centrali: questa la risposta dell’assessore Fabio Paparelli ad una interrogazione presentata dal consiglieri Pd Giacomo Leonelli e Gianfranco Chiacchieroni che chiedevano alla Giunta regionale se intendeva dare seguito all'accordo quadro, firmato lo scorso 10 ottobre dalla presidente Catiuscia Marini e dal responsabile nazionale degli affari istituzionali di Enel, per la riconversione delle centrali di Bastardo e Pietrafitta che va nella direzione della riqualificazione complessiva degli impianti in questione e di rilancio dell'intera zona limitrofa.

”I due impianti – ha spiegato Paparelli - erano stati individuati per essere riconvertiti. Dalle analisi effettuate, Bastardo è stata considerata tra gli asset non più disponibili per l'energia, anche se il Governo ha chiesto ad Enel di tenere aperta la centrale ancora per diversi mesi, consentendo di raggiungere il nostro obiettivo con maggiore gradualità. Al momento non c'è l'intenzione di dismettere la centrale di Pietrafitta, che Enel continuerà a sfruttare per la produzione di energia. Almeno nel medio termine non c'è alcun pericolo che la centrale venga dismessa. Nell'ambito della sottoscrizione dell'accordo quadro, abbiamo posto indicazioni per lo sviluppo del territorio e la possibilità che Enel possa dare una mano alla riqualificazione di quell'aria nelle forme più innovative e compatibile per andare verso l'orizzonte dell'industria 4.0, che è quello che stiamo pensando per l'Umbria”. 

Nella sua replica Leonelli ha preso atto “positivamente del quadro tracciato dall'assessore Paparelli, in particolare per la volontà di mantenere strategica la centrale di Pietrafitta per Enel e soprattutto per l'impegno della Giunta a costruire su quell'area vasta un progetto di sviluppo. L'impianto sorge su aree dove la centrale occupava centinaia di persone. Per quel territorio è importante costruire un progetto di sviluppo compatibile, che tenga conto delle esigenze geen, coinvolgendo anche i sindaci”.

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