Fare la cronaca di un evento durato oltre sei ore, non è cosa semplice. Soprattutto di un avvenimento come quello rappresentato dal consiglio comunale aperto di Panicale, su di un tema assai complesso, la costruzione di una centrale seppur piccola, per la produzione di energia elettrica. Come cronista ritengo di aver svolto al meglio il mio lavoro e soprattutto senza strabismi. Al contrario dell’associazione Pan Kalon, che non si è “accorta” della costruzione di un gigantesco parco fotovoltaico davvero impattante, appena fuori le mura del centro storico.

D'altronde sintetizzare una mole di parole dietro alle quali non nascondiamocelo, visto i soggetti protagonisti, non è così peregrino pensare che non si muovano anche interessi politico elettoralistici, sarebbe da ingenui. Ed è noto da sempre, che per le campagne elettorali, bisogna prepararsi per tempo. Mire elettoralistiche legittime intendiamoci, alle quali con pieno diritto ho fatto cenno nell’articolo.

E’ ovvio che nel fare la cronaca di quell’assemblea così ampia e racchiuderla dentro lo spazio di un articolo, ho dovuto per evidenti ragioni, far notare quelli che io, nella mia consentita autonomia di giudizio interpretativo, ho ritenuto, essere i passaggi più espressivi. Convinto che gli interventi che hanno dato spessore politico e culturale pronunciati da esponenti del no all’impianto a biogas, come quelli di Maura Lepri o dell’imprenditore Palmiro Fioroni, siano stati riportati pur nella sintesi obbligata, fedelmente.

Altri li ho giudicati meno importanti, alcuni privi di un qualunque spessore, addirittura ridicoli. Non citarli rientra nelle mie prerogative. Il mio intento attraverso l’articolo, è stato quello di cogliere le tante sfaccettature che si muovono all’interno degli animi e portarle in superficie. Un guardare oltre la facciata della protesta contro la centrale, per dare voce a quelle frustrazioni da anni accumulate da parte di chi forse non sempre a ragione, sente di rivendicare dei diritti secolari, oggi calpestati, come la libera fruibilità del territorio.

E gli interventi di Fioroni e della Lepri, in questo senso, li ho giudicati molto espressivi. Gridare come è stato fatto da esponenti del partito del no alla centrale, che centinaia di camion invaderanno la strada provinciale che attraversa il centro abitato di Casalini, è disonesto perché non è vero. Un allarmismo ben studiato, in funzione di una strategia che punta a suscitare paure tra la gente.

Se siamo tutti consapevoli che un ambiente senza lavoro, così come un lavoro senza ambiente, non serve a nessuno. Allora perché gridare alla “spudorata speculazione”. Investire per trarne un profitto è ancora lecito. Il problema è se le tecnologie adoperate garantiscono la salubrità dell’attività produttiva. E su questo aspetto, mi pare che contestazioni non ce ne siano state. Così come l’economia di un territorio o, è basata su molteplici attività, o non sta in piedi.

“I consiglieri – avete scritto - che sostengono le nostre ragioni hanno motivato la loro posizione dimostrandosi informati e lungimiranti. Non possiamo dire la stessa cosa dei consiglieri di maggioranza”. E’ una vostra legittima opinione. Altri, come i tanti che mi hanno telefonato a questo riguardo, hanno espresso un altro parere.

Sugli articoli pubblicati poi, ho ricevuto degli apprezzamenti. Così sull’impatto ambientale rappresentato dall’impianto. Per voi devastante, per altri del tutto trascurabile. Ora spetta alle autorità istituzionali preposte, prendere le decisioni più opportune. Com’è innegabile che quando chi, dal “fronte opposto”, ha tentato di spiegare il progetto, è stato fatto oggetto di derisione da parte dei tifosi aderenti al fronte del no. Le riprese video possono testimoniarlo. Subissati da urla, che di civile e democratico, avevano ben poco.

I tecnici intervenuti erano stati invitati dall’amministrazione comunale come il dottor Monsignori in rappresentanza della Regione. Gli altri come l’agronomo Fabio Barcaioli e l’ingegner Gianfranco Bartocci, responsabile energia per Confagricoltura, con un curriculum alle spalle di primordine, da consiglieri comunali. E comunque signori del comitato cittadino, dovreste saperlo, che per partecipare alle assemblee pubbliche, non c’è bisogno di nessun  invito personalizzato. Credo di non dovervi altre spiegazioni, promettendovi che io seguiterò a svolgere il mio lavoro di cronista in piena libertà.  
 

Renato Casaioli

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