Centrale biodisel Arrone/Rometti: “Autorizzazioni in regola, ma approfondiremo”
PERUGIA - “Da informazioni assunte dalla Provincia di Terni, che ha autorizzato la realizzazione della centrale alimentata a biodiesel di Arrone nel 2011, abbiamo appreso che tutti i soggetti facenti parte della Conferenza dei servizi hanno espresso parere favorevole. In regola, quindi, il percorso autorizzativo che ha portato alla costruzione dell'impianto”. Lo ha detto l'assessore regionale all'Ambiente, Silvano Rometti intervenendo in Seconda Commissione su invito dal presidente Gianfranco Chiacchieroni, che ha così dato seguito agli impegni presi con alcuni rappresentanti del Comitato 'Salviamo la Valnerina' di Arrone, ascoltati anch'essi in Commissione e preoccupati per la costruzione nella Bassa Valnerina della Centrale ad oli vegetali, i cui lavori sono comunque fermi dallo scorso mese di giugno e quindi non ancora operativa.
Rometti ha assicurato che la Giunta regionale approfondirà “ulteriormente e dettagliatamente la questione con tutti i soggetti interessati”, specificando, comunque, che “la normativa che disciplina la materia della produzione di energia da fonti rinnovabili è essenzialmente nazionale. Resta fermo – ha precisato - il concetto che le emissioni prodotte nell'area che ospita il sito devono essere uguale a zero. Il regolamento dell'Umbria è tra i più vincolistici rispetto a molte altre Regioni italiane. In Umbria, ad oggi – ha fatto sapere l'assessore -, risultano in esercizio 15 impianti a biogas, 1 alimentato a biodiesel, 1 a biomasse legnose. La produzione di energia elettrica da impianti a biogas è di circa 6 Mw, mentre dal fotovoltaico vengono prodotti 450 Mw, da biomasse 6 Mw”.
Silvano Rometti ha parlato anche del Piano energetico della Regione, assicurando che “il documento preliminare è già all'attenzione della Giunta per la sua impostazione ed a breve prenderà il via la discussione complessiva sull'atto. Non sono comunque contrario, da subito – ha rimarcato -, ad intervenire sul Regolamento regionale sulle rinnovabili, partendo dall'approvazione del Piano regionale sulla qualità dell'aria e dalla mutazione relativa agli incentivi”.
IL DIBATTITO.
Alfredo De Sio (Fd'I) ha detto che “la questione 'Arrone' deve anche significare l'apertura di una discussione generale circa la produzione di energia da fonti rinnovabili, argomento sul quale sono nati in Umbria molti Comitati di cittadini. È necessaria una precisa mappatura dei siti dove possono aver luogo certi tipi di impianti. Se non si velocizza la predisposizione del Piano energetico regionale si rischia di trovarsi poi di fronte a situazioni già ben definite. Oggi si sta navigando a vista. L'iniziativa privata sta andando avanti in un sistema di deregulation totale. Vanno quindi previste griglie normative provvisorie in attesa del Piano. La Regione deve riprendersi quella condizione decisionale che le è propria su questo tipo di situazioni”.
Orfeo Goracci (Comunista Umbro): “Molto spesso ci troviamo davanti alla non compensazione tra danno ambientale e produzione. La responsabilità di dire si o no è dei Comuni. Le aree industriali ed artigianali non possono essere la panacea di tutto, perché potrebbero esserci comunque anomalie da verificare attentamente. La Regione deve dimostrare maggiore coerenza e salvaguardare il proprio territorio come assoluta priorità. Molto spesso chi investe lo fa a scopo speculativo, approfittando degli incentivi. Ad Arrone come in altri territori esiste la preoccupazione per la salute e per la qualità della vita. Invito la Regione a dare un segnale forte nel rapporto con la Provincia di Terni e con il Comune di Arrone per bloccare la messa in funzione dell'impianto. La Giunta dovrebbe rivedere le distanze e le caratteristiche della filiera corta relativamente alle autorizzazioni per certi tipi di impianti. Nelle scelte serve la condivisione delle istituzioni locali, ma anche e soprattutto della gente. Non si deve mai amministrare contro la volontà dei cittadini”.
Paolo Brutti (Idv): “I cittadini di Arrone hanno spiegato molto bene la problematica e le loro preoccupazioni. Si tratta dell'unico sito dove viene attivato un impianto a combustione intensiva di idrocarburi vegetali, e lo si fa in un parco naturale e in un centro abitato. È evidente l'errore commesso, ed è auspicabile metterci un 'pezza'”.
Manlio Mariotti (Pd): “La questione, seppure di difficile gestione, va approfondita attentamente. È necessario guardare avanti facendo tesoro di quanto accaduto e prevedere un quadro di riferimento chiaro e cogente. Purtroppo è stato alimentato un atteggiamento di contrasto con i cittadini con i quali, ora, è difficile intavolare un dialogo. Bisogna procedere tenendo conto dell'equilibrio complessivo della produzione energetica regionale. Anche per l'eolico sul monte Peglia è stato possibile presentare un progetto implausibile, e questo non deve più accadere. Il Piano energetico regionale dovrà essere un chiaro punto di riferimento programmatico”.
Gianfranco Chiaccheroni (Pd): “La produzione energetica non può essere legata ad una questione ideologica. La questione è che oggi, comunque, non è possibile cambiare le normative che regolano il settore. Bisogna mettere in campo una governance intelligente, affrontando le varie questioni una alla volta. L'Italia ha fatto una chiara scommessa sul non nucleare, affidandosi alle rinnovabili, da qui sono cominciate a nascere situazioni di conflitto. La verità è che, fino ad oggi, soltanto il fotovoltaico ha dato sostanziali risultati”.
Massimo Mantovani (PdL): “siamo di fronte a due tipi di problemi, il primo di natura antropologica, l'altro di natura politica, tutto interno alla maggioranza. Non è più procrastinabile una decisione chiara sugli obiettivi da raggiungere e soprattutto con quali mezzi farlo. Ci sono forze politiche all'interno della maggioranza che si mettono in prima linea per dire no su tutto. Bisogna avere il coraggio di dire ai cittadini che se vogliamo rimanere all'interno dell'Unione Europea bisogna comportarsi di conseguenza”.
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