ROMA - Una settimana a cavallo in una delle zone piu' verdi d'Italia: l'Alta Sabina e l'Umbria meridionale, partendo dal centro militare d'equitazione di Montelibretti per arrivare oggi a casa di Mogol, nella sua tenuta ad Avigliano Umbro.
 

Questa l'esperienza, la prima del genere in Italia, di undici ragazzi autistici organizzata dall'associazione onlus "L'emozione non ha voce" creata da sette padri di ragazzi affetti da autismo che ha come padrino e madrina il paroliere Mogol e sua moglie Daniela. L'associazione richiama nel nome uno dei piu' bei testi del maestro cantato da Adriano Celentano.

 

"In questo caso l'emozione e' quella che questi ragazzi hanno dentro e trovano difficolta' ad esprimere ma ci sono tutte le potenzialita' per farlo", dice Corrado, presidente dell'associazione. "Si tratta - spiega - di un viaggio nell'autonomia e lontano dai genitori per facilitare la comunicazione e la relazione. Questa e' la filosofia di 'Cavalcando l'autismo' con l'idea di richiamare la cavalcata che Mogol fece con Lucio Battisti, in questo caso, fino a Roma".

I ragazzi hanno cavalcato per circa 100 chilometri, divisi in 6 tappe, ed hanno attraversato radure, boschi, guadato il fiume Treja, costeggiato il Tevere salendo per alcuni chilometri per carrarecce di collina per scendere poi alla tenuta dei ciclamini nel regno di Mogol. 
 

Il team e' composto da 29 persone: gli 11 adolescenti, un medico e 17 operatori del settore (tra cui psicoterapeuti, psicologi ed istruttori di riabilitazione della Federazione Italiana Sport Equestri e volontari esperti di equitazione). In piu' una ventina di cavalli ed una carrozza utilizzata per far riposare a turno quattro giovani cavalieri quando erano stanchi.
 

"E' stata una sfida, una scommessa che abbiamo vinto", dice uno dei padri, Fabio, che ha un centro ippico ed ha seguito i ragazzi per tutti questi giorni. "Hanno retto - dice Fausto – un alto livello di stress restando sempre attenti ed in perfetto equilibrio. Sono stati a cavallo per ore senza lamentarsi, non hanno dato alcun segnale di nervosismo".

 

"Di solito, nella vita quotidiana - spiega la psicoterapeuta Federica Bochicchio che si occupa di pet-therapy e lavora con l'Istituto di Ortofonologia di Roma - i genitori tendono a trattare questi adolescenti come bambini incapaci anche di mettersi un paio di calzini. Qui, invece, anche se seguiti, hanno dimostrato di sapersi vestire da soli, dormire in posti diversi, occupandosi anche del loro zaino".

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