di Elio Clero Bertoldi

Oggi il buongiorno, amiche e amici, ve lo mando con una regina, madre di tre re e di due regine. 
Caterina dei Medici (1519-1589) venne raffigurata dal pittore Francois Clouet (1510-1572), ricercato ritrattista delle corti d’Europa intorno alla metà del secolo. 
Non era bella, Caterina, figlia di Lorenzo II duca di Urbino e di Madeleine de La Tour - Auvergne e nipote del Papa Clemente VII (figlio di Giuliano, fratello di Lorenzo il Magnifico), ma colta e raffinata, sí. 
La sua figura, diffamata per secoli dai partigiani degli Asburgo e dei Borbone, è stata rivalutata a partire dagli anni Venti del Novecento. 
Certo, quella di Caterina é una figura complessa. Ma vanno considerati, per giudicarla, anche i tempi terribili con le lotte spietate e sanguinose tra cattolici ed ugonotti. Fino alla morte del marito Enrico II - sposato nel 1533 e scomparso tre lustri più tardi - rimase nell’ombra e sopportò con dignità i tradimenti del coniuge con Diana di Poitier, favorita del re (e morto Enrico si comportò da vera signora nei confronti della rivale). 
Poi, anche per difendere il regno, con i figli ancora piccoli, cercò di barcamenarsi tra le opposte fazioni. 
Una volta rimasta vedova, indossò sempre abiti neri, per sottolineare il suo stato e cambiò il suo stemma araldico: una lancia spezzata (l’arma che provocò la morte del coniuge, durante un torneo cavalleresco) con il motto "Da qui le mie lacrime, da qui il mio dolore". 
Le guerre di religione (1562), la notte di San Bartolomeo con il tanto sangue versato (1572), la giornata delle barricate (1588) rappresentarono momenti altamente drammatici. 
Tutti e tre i suoi figli (Francesco, Carlo ed Enrico) portarono la corona di Francia, mentre le figlie Elisabetta e Margherita, rispettivamente, quelle di Spagna e Francia. Partorì dieci figli, Caterina, di cui la metà con la testa coronata: una media niente male. 
In effetti fu al centro di critiche per la sua passione per l'occultismo (quando uno dei suoi figli stava per morire fece celebrare una messa nera); per la forte superstizione (incontrava maghi e indovini e tra questi Nostradamus); per i convivi luculliani (ma anche prima del suo arrivo i pranzi di corte non mancavano certo di sfarzo). 
In verità, Caterina, rese meno rozzi gli incontri conviviali, portandosi dietro da Firenze un bel numero di cuochi e lanciò a corte la moda della forchetta, allora sconosciuta ai francesi, che mangiavano ancora con le mani. 
Inoltre introdusse l’uso delle mutandine per le donne. Preparò per tempo la  tomba, scolpita sul marmo, per lei e per il marito nella cattedrale di San Denis, dove Caterina - per motivi politici - poté essere tumulata soltanto più di due decenni più tardi.

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