CITTA' DI CASTELLO - Prestigioso riconoscimento per la Tipografia Grifani Donati di Città di Castello che è stata premiata a Roma nell’ambito della manifestazione “Italia 150. Le radici del futu-ro”, evento dedicato alle realtà produttive più longeve del Paese. Tra queste, in buona posizione, per essere stata fondata nel 1799, il laboratorio tifernate di Gianni Ottaviani, a cui il presidente nazionale di Unioncamere Ferruccio Dardanello, il presidente della Camera di Commercio di Perugia Giorgio Mencaroni e Maria Grazia Cucinotta, madri-na della premiazione, hanno consegnato una targa commemorativa ed il catalogo illu-strato delle centocinquanta imprese che si sono guadagnate un posto nella blasonata classifica.

“L’arte tipografica è stata ed è un pilastro del sistema economico locale” commenta il sindaco Luciano Bacchetta, congratulandosi con Gianni Ottaviani, “in questo senso per vetustà e rigore artigianale la tipografia Grifani-Donati diventa il simbolo del nostro passato e uno stimolo per guardare al futuro. Il riconoscimento conseguito è un’attestazione per tutte le aziende, che, forti della tradizione, innovano senza perdere l’attenzione ai dettagli e alla qualità. Ma a differenza dei monumenti, la tipografia Grifa-ni-Donati vive, conserva appieno la funzionalità dei suoi macchinari, unendo le caratte-ristiche documentarie del museo alle dinamiche produttive di un’azienda”.

La storia. Furono Francesco Donati e Bartolomeo Carlucci a fondate la stamperia di Corso Cavour. Venivano da Assisi e dovettero aspettare fino al 1814 per ottenere il ri-conoscimento vescovile della loro attività. Presto però si fecero un nome, diventando i tipografi ufficiali dell’Accademia degli Illuminati e all’inizio degli anni Quaranta ebbero l’incarico di stampare le Memorie ecclesiastiche e civili del vescovo Giovanni Muzi. Giuseppe Grifani, nipote di Francesco Donati, raccoglierà l’eredità del nonno e, dopo alcune vicissitudini di carattere finanziario, consoliderà l’azienda, dedicandosi alla pub-blicazione di alcuni fogli cittadini, tra cui “La scintilla”, e dell’orario della Ferrovia dell’Appennino, che fu stampato nella tipografia tifernate fino al 1993. Riferimento per la pubblicistica politica e culturale del Novecento, il laboratorio di Corso Cavour ac-compagnerà eventi cittadini e fatiche editoriali fino ad oggi. Alla morte di Giuseppe la Tipografia passa al figlio Ernesto e da questo al genero Alberto Ottaviani, marito di Eli-sabetta Grifani e quindi ai figli Mario e Italo. Giovanni Ottaviani, l’attuale titolare insieme alla moglie Adriana, hanno continuato la tradizione di famiglia aggiungendo alla produ-zione tipografica e calcografica la litografia, esclusivamente su pietra e la rilegatura ed il restauro dei libri. Il lavoro della tipografia continua con le tecniche tradizionali e le do-tazioni d’epoca tra cui il Torchio tipografico Elia Dell’ Orto 1864, Platina Tiegeldruk 1903, Torchio a stella Bollito & Torchio 1880, Torchio calcografico Paolini 1960 Piano-cilindrica Werk Augsburg 1910, ecc. Caratteri e fregi clichè, silografie, galvanotipie tutti originali, in grado di realizzare litografie calcografie, manifesti, carte intestate, biglietti da visita partecipazioni nuziali, ex libris.

“Conoscere ed insegnare come si realizza un’acquaforte lungi dall’essere un sapere ozioso o un vezzo da eruditi rappresenta piuttosto il legame con il nostro passato, la nostra identità culturale e storica, importante per noi ma anche per l’interesse turistico e scientifico in grado di suscitare” conclude il sindaco, proponendo di “valorizzare il ruolo della Tipografia Grifani-Donati, attraverso una indagine sulle potenzialità museali insite nella dotazione strumentale e nel sapere di cui i titolari sono portatori e custodi”.
 

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