Nel mese di settembre, secondo il rapporto dell’osservatorio nazionale della CGIL sulla Cig, continua a rimanere alto il numero dei cassa integrati in Umbria (28.494 lavoratori coinvolti di cui 14.247 a 0 ore). La tendenza recessiva continua nel Paese e in Umbria e si manifestano ulteriori segnali di difficoltà (basta pensare alle industrie alimentari Novelli e alle tante aziende metalmeccaniche e del commercio entrate in crisi nel 2012).
Aumenta la disoccupazione rispetto ad un anno fa: +2,3%, ma l'incremento è del 20% se si raffronta il dato con gli anni precedenti alla crisi. Mentre la Cig continua ad essere uno strumento che argina l’ulteriore aumento della disoccupazione. Nel confronto gennaio-settembre 2012 rispetto allo stesso periodo del 2011 l’Umbria è la seconda regione con il più alto aumento della Cig (+40,97%), dietro soltanto alla Sicilia dove la Cig aumenta del 58%.

 

Se questi sono i dati relativi al 2012, allungando lo sguardo rispetto agli ultimi 5 anni, il quadro si presenta ancora più pesante e per certi versi anche drammatico. E' ancora l'osservatorio della Cgil a rivelare che nell’arco di tempo che va dal 2007 al 2011 in Umbria la Cig aumenta del 614,83%, rispetto ad una media nazionale del 327%. Quindi l’aumento in Umbria è doppio rispetto alla media nazionale. In questo periodo i lavoratori occupati nell’industria in Umbria passano dagli 85.600  del 2007 ai 77.574 del 2011, con una perdita di circa 8.000 posti di lavoro.

 

E nel 2012 la perdita continua ad essere ulteriormente consistente.
Questa situazione difficile richiede il rilancio di una proposta che la CGIL intende incentrare su un piano straordinario del lavoro, che comporta la modifica radicale delle politiche economiche del Governo. A sostegno di questa impostazione occorrono anche la mobilitazione e la lotta. Per tutti questi motivi sabato 20 ottobre 2.000 lavoratori umbri saranno presenti alla grande manifestazione di Piazza San Giovanni a Roma per rappresentare le crisi della nostra regione e la voglia di riscatto del mondo del lavoro.

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