di Nicola Bossi

PERUGIA - La decisione è stata presa: trasferita a Perugia la Rosignoli, dirigente massimo dell'Asl3 di Foligno finita nella bufera di Sanitopoli. Il Presidente Marini ha utilizzato gli strumenti che aveva di fronte ad un contratto blindato della dirigente che, senza tanti giri di parole, sarebbe ricorsa alla magistratura in caso di una bocciatura più forte. Infatti, la Rosignoli lavorerà all'assessorato, dovrà occuparsi di tematiche da dirigenti (riorganizzazione) e resta nell'ambito sanitario. Difficile trovare una scorciatoia per contestare la nuova destinazione, legalmente parlando. La gabbia elaborata dalla Regione, per quanto dorata, ma pur sempre una gabbia, tiene lontano il dirigente dall'Asl 3 di Foligno che può ora iniziare una nuova stagione nel bene e nel male. 

Ma al di là delle strategie contrattuali, il Presidente Marini ha di fatto segnato un solco con il passato, lasciandolo per la prima volta al giudizio degli storici. Non è un caso che si è ribadito che l'inchiesta non riguarda azioni del governo della nuova legislatura e che era necessario tutelare le istituzioni anche da speculazioni che possono anche non esserle alla prova dei fatti. Certo, nell'opposizione c'è chi dice che si è agito in ritardo. Ma in realtà così non è: la Giunta ha spettato di avere i documenti della fine delle indagini avvenute ad agosto. Ha spettato di avere un segnale dalla Rosignoli che non è arrivato. La Marini ha letto in aula una lettera degli avvocati del dirigente che si limitavano a dire che ci sono i presupposti per provare l'innocenza del manager regionale. Peccato che mancavano gli allegati: carte e memoriali per far capire difesa e accusa. Da qui la decisione di segnare il 20 settembre del 2011 un solco con il passato. l'Umbria attuale è diversa da quella di 10 anni fa. E questo al di là delle future sentenze della magistratura.

Il centrosinistra aveva sperato di non arrivare a questo punto. "La Rosignoli bastava che dicesse sono a vostra disposizione, era una dei nostri d'altronde. Rimetteva il mandato e tutti avremmo aspettato serenamente il processo che potrebbe anche smentire le accuse": afferma un noto dirigente Pd ad Umbrialeft.  Anche perchè il caso Rosignoli, con il suo peso della questione morale, potrebbe contagiare anche la politica e i suoi indagati nelle varie inchieste ancora aperte. La domanda che tutti si fanno ora è questa: si è creato un precedente valido anche per i politici? Il tempo lo dirà.

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