di Nicola Bossi

TERNI - La seconda città dell'Umbria è pronta a combattere per mantenere la sua Provincia e non finire magari sotto Perugia o fare gruppo in una Umbria più vasta con Rieti e Viterbo (quest'ultime due da tempo hanno chiesto di uscire dal Lazio per questioni di fondi....romano centrici). Ma i cronisti ternani ignorano che lo Tsunami maggiore per i territori della seconda città regionale è pronto a traboccare dall'altro provvedimento taglia costi della politica: ovvero, il taglio di 10 consiglieri su 30 del Consiglio Provinciale e una Giunta ridotta a 5 membri (presidente compreso). 

Nell'ultimo consiglio regionale i ternani avevano soltanto 6 posti - di cui uno scippato con un meccanismo elettorale complesso dal candidato presidente Marini eletto a Terni e non a Perugia - più uno nel listino con Gianluca Rossi. Una minorazza già esigua. Ora la situazione si complica da morire perchè se non viene abolito il listino regionali e le due circoscrizioni provinciali, i rappresentanti del ternano rischiano di diminuire ulteriormente: si oscillera tra i 4-5 al massimo.

Dunque la vera sfida per la seconda provincia a rischio taglio si gioca soprattutto a livello regionale: la pattuglia ternana del Pd e della Pdl (soprattutto) dovranno far cambiare la legge elettorale soprattutto nella parte in cui divide la Regione in due (come le Province) con delle quote degli eletti su base demografica. Meglio dunque un collegio unico regionale dove tutti pescano da per tutto e viene eletto chi prende più voti.

Mentre l'altro problema della riduzione degli eletti in consiglio regionale riguarderà i piccoli e medi partiti che rischiano di non eleggere un rappresentante neanche in caso di 6-7 per cento dei consensi ottenuti tra l'altro nella coalizione vincente. Figuriamoci in caso di sconfitta. Servirà dunque una mediazione che garantisca almeno il diritto di tribuna superando uno sbarramento (il 5% ?). Per il consiglio regionale, dopo i tagli del Governo, si aprirà una difficile partita politica.  

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