Caso Brega - Vinti (Prc Umbria): "Rifondazione è garantista prima di tutto"
Il Partito della Rifondazione Comunista dell'Umbria è innanzitutto un partito garantista e sino a quando la magistratura non avrà svolto il suo compito fino in fondo, riteniamo che il Presidente del Consiglio Regionale Eros Brega rimanga nel pieno esercizio delle sue funzioni.
La questione si ricollega a fatti che debbono essere tutti provati e che non riguardano la carica istituzionale ricoperta attualmente da Eros Brega. Pertanto, Rifondazione Comunista dell'Umbria auspica che venga fatta chiarezza quanto prima dalle indagini che gli inquirenti stanno portando avanti e che ricevono l'incondizionata fiducia del nostro partito.
Più in generale Rifondazione comunista ritiene pura fantasia che in Umbria esista una "questione morale", intesa come intreccio perverso di polica e affari. Piuttosto in questi ultimi mesi sono stati evidenziati dei fatti che se anche non avranno risvolti ti tipo legale sono, evidentemente, condannabili da un punto visto etitco e morale.
Fatti comunque che interessano singole persone, innocenti fino a prova contraria e a cui è demandata la decisione di sollevarsi dagli incarichi e dalle responsabilità che ricoprono.
La posizione espressa dal gruppo consiliare in relazione alla questione che interessa il Presidente Eros Brega è una posizione equilibrata ed efficace e politicamente concordata con il segretario regionale del Prc dell'Umbria.
Il segretario regionale
Stefano Vinti
Venerdì
24/06/11
08:30
da un articolo di qualche mese fa...
<< La "questione morale" sembra destinata a tenere banco anche in Umbria in vista dell'appuntamento con le urne della prossima primavera.
Se l'Italia dei Valori chiede infatti la sottoscrizione di un "patto etico", Rifondazione comunista fa sapere di ritenere "assolutamente inaccettabile" che alle prossime elezioni amministrative possano esserci candidati "alle più alte cariche con procedimenti giudiziari ancora non conclusi, per fatti non secondari e significativi".
Lo stop di Rifondazione è netto, chiarendo senza mezzi termini che il Prc non sosterrà alcun candidato "con tali pendenze". Ad affermarlo, sottolineando che "la questione morale è questione nazionale niente affatto risolta", sono il segretario regionale Stefano Vinti e il responsabile enti locali Cristian Napolitano.
Per i i due esponenti di Rifondazione "è ormai evidente che anche in Umbria si è andati ben oltre i rapporti amichevoli, e che la gestione della cosa pubblica (appalti) si è intrecciata con un rapporto perverso tra alcuni dirigenti delle pubbliche amministrazioni e alcune imprese (esempio la Provincia di Perugia)".>>
Venerdì
24/06/11
12:58
Parlando della presunzione d'innocenza si cita l'art.27 della Costituzione che come per altri articoli è usato e abusato asseconda della bisogna.
E' vero, quel che dice Vinti,l'articolo 27, comma 2 che «l'imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva».
Il Signor Brega è innocente fino al giudicato, io credo che ci sarebbe molto da cambiare e quest'eccesso di garantismo finisce col garantire criminali che hanno cariche pubbliche piuttosto che il popolo comune, tant'è che tecnicamente, secondo quanto asserisce il segretario regionale di rifondazione comunista Stefano Vinti, il signor Brega potrà serenamente finire il mandato, anche a prescindere da eventuali condanne di 1° e 2° grado è infatti con la sentenza della Cassazione che avremo la condanna definitiva di cui al comma 2° della Costituzione.
Premesso che io condivido ,in tutto e per tutto , quanto detto da Stramaccioni, cioè che l'Umbria e la politica Umbra sono gravate da una pesante questione morale ( cui s'aggiunge il gioco delle clientele, vorrei ricordare all'assessore Vinti che oltre all'articolo 27, nella Costituzione abbiamo anche il 54 che testualmente recita:
Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi.
I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge.
In questo 2° comma si leggono le motivazioni per le quali ,molta della politica Umbra dovrebbe rassegnare le dimissioni, per quelle ragioni di opportunità che dovrebbero fare di un politico un uomo al di sopra di ogni sospetto, invece stà diventando persona al di sopra delle leggi e fuori da esse.
Tra un poco sapremo che ci sono toghe nere che perseguitano gli amministratori Umbri, quelli della Provincia di Appaltopoli, della Regione Sanitopoli, e ora quelle relative Brega.
Come il Pd anche il prc, ora, nega l'evidenza.
Venerdì
24/06/11
13:07
di Luigi Bori, Coordinatore regionale di Sinistra Ecologia Libertà Umbria -
PERUGIA - Non possiamo accettare la logica dei due pesi e delle due misure. Quello che diciamo e chiediamo a Berlusconi e agli esponenti della destra, lo dobbiamo non chiedere, ma pretendere dagli amministratori del centrosinistra. Nella nostra regione esiste da tempo una questione morale.
E non si tratta solo di una questione squisitamente giudiziaria che si può derubricare con un semplice, se pur doveroso, richiamo alla presunzione di innocenza. Si tratta di un problema politico che investe il modo stesso di governare. Parliamo di quel sistema di potere, messo in piedi in questi anni, che ora mostra tutte le sue disfunzioni e tutte le sue negatività.
Noi chiediamo da tempo la costruzione di un nuovo progetto politico del centrosinistra anche per l’Umbria. I messaggi mandati in questo ultimo periodo dall’amministrazione regionale e, direi, dalla maggioranza delle istituzioni umbre, non recitano la parte del rinnovamento, ma cercano soluzioni neoconservatrici di quel sistema che le inchieste hanno messo a nudo e in discussione.
Bisogna invece dare segnali precisi di cambiamento nelle grandi e nelle piccole cose. Una di queste è la regola secondo la quale i ruoli istituzionali, soprattutto quelli di garanzia non possono e non debbono essere soggetti all’andamento delle singole vicende personali. Possiamo esprimere solidarietà e vicinanza con chi è stato oggetto di indagine. Ma, come succede in tutti i paesi del mondo, queste persone pubbliche debbono avere il coraggio e sentire il dovere di fare un immediato passo indietro. Se no, capire le differenze con la destra sarà estremamente difficile per i cittadini.
E a conferma di questo ci sono i risultati elettorali che mostrano l’Umbria in controtendenza con un andamento generale particolarmente favorevole al centrosinistra. Segnali precisi che durano da tempo e che hanno portato in pochi anni, il centrodestra a governare il 20% della popolazione umbra.
Per fermare la crescita lenta ma costante della destra in Umbria c’è un solo modo : cambiare, cambiare, cambiare!
Sabato
25/06/11
17:36
stop alle candidature di inquisiti
Il segretario regionale Stefano Vinti liquida come inaccettabile la possibilità che alle prossime elezioni possano essere in lista politici con delle pendenze giudiziarie
La "questione morale" sembra destinata a tenere banco anche in Umbria in vista dell'appuntamento con le urne della prossima primavera.
Se l'Italia dei Valori chiede infatti la sottoscrizione di un "patto etico", Rifondazione comunista fa sapere di ritenere "assolutamente inaccettabile" che alle prossime elezioni amministrative possano esserci candidati "alle più alte cariche con procedimenti giudiziari ancora non conclusi, per fatti non secondari e significativi".
Lo stop di Rifondazione è netto, chiarendo senza mezzi termini che il Prc non sosterrà alcun candidato "con tali pendenze". Ad affermarlo, sottolineando che "la questione morale è questione nazionale niente affatto risolta", sono il segretario regionale Stefano Vinti e il responsabile enti locali Cristian Napolitano.
Per i i due esponenti di Rifondazione "è ormai evidente che anche in Umbria si è andati ben oltre i rapporti amichevoli, e che la gestione della cosa pubblica (appalti) si è intrecciata con un rapporto perverso tra alcuni dirigenti delle pubbliche amministrazioni e alcune imprese (esempio la Provincia di Perugia)". 08/01/2009 - h 00,00
Marco questo è l'articolo che citavi
Sabato
25/06/11
23:20
C'è da sottolineare un piccolo particolare, ovvero che allora si parlava di candidature di soggetti "con procedimenti giudiziari ancora non conclusi" e all'epoca gli attuali inquisiti non erano ancora inquisiti. Ora si tratta di decidere se chi, pur soggetto ad indagini da parte della magistratura iniziate successivamente alla sua elezione, ma non avendo subito ancora nessuna condanna, debba o no rinunciare agli incarichi che gli sono stati affidati. La cosa è quindi un po' diversa. Comunque il dibattito è aperto.
Domenica
26/06/11
03:41
Basterebbe che il soggetto, nel momento in cui è inquisito,facesse il famoso passo indietro, certo non è obbligato, e non è condannato nè condannabile (fino alla Cassazione), però, ci sono ragioni di opportunità che lo consiglierebbero.
Delle famose intercettazioni di appaltopoli,non sappiamo quanto ci sia di rilevante penalmente, ma offrono un quadro desolante della politica Umbra e non di singoli e limitati soggetti.