di Nicola Bossi

Ancona - In teoria alla veneranda età di 97 anni, un'anzianissima marchigianna, deve presentarsi davanti al Gup di Tivoli per rispondere di una serie di reati fallimentari che spaziano dall’aver occultato beni per  5.163.383,46 di euro dal 4 maggio 2000 al 30 novembre 2000 e all’emissione di fatture false. Peccato però che la signora Elena De Luca è morta ormai da una decina di anni e non ha mai svolto l'attività di imprenditrice né in giovinezza né in tardissima età come alcuni inquirenti avrebbero teorizzato tanto da richiedere la sua presenza straordinaria in tribunale domani mattina. A turbare il "sonno eterno" della signora Elena e quello degli eredi ancora in vita, sarebbe un potenziale furto di identità abbinato ad una sede fantasma di una impresa. L'anziana infatti risultava ai tempi delle indagini legale rappresentante di una Società, la Trasfor snc, con la quale la stessa non ha avuto nulla a che fare ma  la sede legale della società “incriminata” era stata segnalata da ignori proprio all'indirizzo dove la donna viveva nelle Marche. L'azienda Trasfor aveva legami con l'Umbria dove aveva dei distaccamenti a Perugia e Foligno.

Non appena ci sarà l’epilogo di questo processo: “sentenza di non luogo a procedere” il figlio della donna, Mario Sforta, 60enne, romano, ha deciso di chiedere al Ministero della Giustizia, a mezzo dei legali di famiglia Avv.ti Marco Angelozzi e Giacinto Canzona, l’equo indennizzo ai sensi della Legge Pinto contro l’eccessiva durata del processo.
 

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