Unico museo rimasto aperto nel Cratere Umbro-Marchigiano dopo il terremoto del 2016

(AVInews) – Cascia, 11 lug. – Sono iniziati i lavori e gli interventi per l’adeguamento impiantistico, illuminotecnico e funzionale alla normativa vigente del Museo civico di Palazzo Santi, a Cascia, unico museo rimasto aperto nell’area del Cratere Umbro-Marchigiano a seguito del terremoto del 2016.

Il finanziamento della Regione Umbria nell’ambito del Por Fesr 2014-2020 Azione 5.2.1. (Interventi su luoghi della cultura di appartenenza pubblica legati alla fruizione post Covid) ammonta a 150mila euro e i lavori, che dovranno concludersi entro il 31 dicembre 2023, porteranno a “un ammodernamento anche dal punto di vista della multimedialità e delle nuove tecnologie di informazione – ha dichiarato Angelo Aramini, responsabile Area Servizi turistici e socio-culturali del Comune di Cascia – che porranno il nostro Museo fra i più importanti e innovativi dell’Umbria, assicurando una maggiore attrattività e fruibilità alle opere d’arte in esso contenute che sono di notevole valore”.

I lavori saranno condotti senza intralciare l’attività museale: resta quindi garantita la possibilità per i visitatori di accedere secondo i giorni e gli orari in vigore: a luglio, dal giovedì alla domenica dalle 10.30 alle 13 e dalle 15 alle 18; ad agosto, da mercoledì a domenica, sempre dalle 10.30 alle 13 e dalle 15 alle 18, con apertura straordinaria anche martedì 15 agosto; stessi orari nei mesi di settembre e ottobre, ma con apertura esclusivamente il sabato e la domenica.

Palazzo Santi, ubicato nel cuore del centro storico di Cascia, sulla scalinata che conduce alla Basilica di Santa Rita, è sede del Museo Civico dal 1997. Al suo interno si trova una ricca dotazione di reperti archeologici, molti dei quali risalgono all’VIII secolo a.C. ed altre preziose opere d’arte. Stemmi di papi, podestà e cavalieri, disposti lungo tutto il percorso museale testimoniano il prestigio di Cascia anche nel tardo Medioevo.

La sezione archeologica ospita i reperti della tomba di Maltignano, un piccolo borgo nei pressi di Cascia, ove durante i lavori per la costruzione di una strada fu casualmente rinvenuta una tomba a camera ancora ben visibile. Presenti, inoltre, reperti provenienti dagli scavi di Villa San Silvestro, piccolo borgo rurale dell’Altopiano di Chiavano, frammenti architettonici di due templi e di un foro di epoca romana, realizzato nei primi decenni del III secolo a.C., rinvenuti nel sito della piccola frazione di Cascia che testimoniano la fervente attività produttiva, commerciale ed amministrativa che si svolgeva nel forum.

Del monumentale complesso architettonico originario, rappresentato minuziosamente con un allestimento di rilevante bellezza scenica ed informativa, resta il podio del tempio sul quale è stata edificata la Chiesa di San Silvestro. Un’ulteriore sezione del Museo è dedicata alle statue lignee, opere scolpite e dipinte da artisti anonimi, che vanno dal XI al XVI secolo d.C., attestanti l’importanza del patrimonio dell’arte religiosa nelle terre umbre in epoca medievale. Ne è un esempio la Madonna con il Bambino, rinvenuta da Giorgio Castelfranco nel 1930 e oggi tra le opere di principale importanza del museo.

Altre opere di notevole interesse sono il Cristo deposto del primo quarto del XIV secolo, e la Vergine, raffinato frammento scultoreo in terracotta dipinta e dorata. Di particolare valore per la sua raffinatezza è L’Angelo reggi candelabro, scultura lignea del primo quarto del XIV secolo, realizzata in un unico blocco. Infine, nella Sala delle tele è possibile ammirare la pala d’altare del Cristo crocifisso tra la Vergine, San Giovanni e Santo Stefano, risalente al XVII secolo e rinvenuta nella chiesa di Colle Santo Stefano.

In questa area della Pinacoteca si trova anche la tela raffigurante la Madonna con il Bambino in gloria fra angeli musicanti, e la Madonna con il Bambino e i Santi Antonio Abate, Benedetto da Norcia, Scolastica e il Beato Andrea da Cascia, realizzata poco dopo il 1532. Sempre nella pinacoteca, vi è la tela con I Santi Giuseppe, Vincenzo Ferrer e Antonio Abate, appartenente a Domenico Corvi (1721-1803), pittore di grande importanza nel secondo Settecento romano.

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