"Le politiche abitative potrebbero essere finanziate dal contrasto alla evasione fiscale e dall'abolizione di assurdi privilegi, recuperando ingenti risorse da investire in politiche abitative degne di tale nome e in adeguati contributi affitto, parliamo di un minimo di 5,4 miliardi di euro all'anno a 16,3 miliardi di euro". A sostenerlo in una nota è Massimo Pasquini, il segretario nazionale Unione Inquilini che cita uno studio dell'Università Ca' Foscari di Venezia che è stato oggetto di un Focus a cura di Uvi - Ufficio Valutazione Impato. A seconda dei tre modelli di valutazione utilizzati dall'Università Cà Foscari, rileva, si è giunti queste conclusioni: la perdita di gettito dovuta alla evasione sulla mancata dichiarazione dei cespiti derivanti da affitti (ovvero gli affitti in nero) varia dai un minimo di 3,3 miliardi di euro l'anno ad un massimo di 14,7 miliardi di euro l'anno. A questi potremmo aggiungere i circa 100 milioni di euro per le mancate entrate a causa dell'esenzione Imu per i costruttori con invenduto; i circa 2 miliardi di euro della cedolare secca che al 90% va al decimo più ricco dei proprietari". Solo sommando queste risorse che vanno direttamente o indirettamente alla speculazione o agli evasori fiscali nel settore delle locazioni e degli immobili, rileva Pasquini, "si evince che per sostenere le politiche abitative strutturali e programmatiche di cui abbiamo bisogno potremmo con un contrasto vero alla evasione fiscale e abolendo assurdi privilegi alla speculazione e ai proprietari più ricchi, poter disporre di una base di risorse recuperandole, di finanziamenti annuali che vanno dai 5,4 miliardi di euro/anno ai 16.8 miliardi di euro l'anno".

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