Barbara Isidori

Dopo la notizia shock lanciata da Roberto Damaschi ieri sera circa il suo addio alla presidenza perugina anche oggi a tenere banco è stata la questione societaria. Cosa succederà al Perugia? Venerdì o al massimo entro i primi giorni della prossima settimana si saprà qualcosa di più. E’prevista, infatti, per quella data una riunione societaria per capire il da farsi. A dirlo è stato il voce presidente perugino Massimiliano Santopadre, oggi a Perugia per assistere all’allenamento dei grifoni. Soprattutto per fare una riunione con lo staff dirigenziale e tecnico del settore giovanile per definire i prossimi programmi e per presentare due nuovi collaboratori, Mauro Cuppoloni e Mauro Lucarini. “La riunione prevista da tempo e di normale programmazione per definire la prossima stagione la convocheremo entro la fine di questa settimana o l’inizio della prossima. Dovremo solo organizzarci per vederci tutti”.

Se prima però si sarebbe dovuto parlare solo del prossimo campionato, delle linee guide per la squadra, del budget e tutto quello che concerne il calcio giocato, la priorità adesso sarà quella di capire quanto influirà la decisione di Roberto Damaschi.

Oggi i due si sono incontrati all’Antistadio. Damaschi è arrivato, poche parole e via dentro il campo a colloquio con il vice presidente. Un incontro durato all’incirca 20 minuti. Damaschi è uscito ed ha ribadito la sua irremovibile decisione. “Per fare scelte difficili e sofferte come questa ci vuole coraggio e io l’ho avuto”. Stop. Fine delle dichiarazioni. E’salito in macchina ed è partito.

A rimanere invece in zona stadio Santopadre. “Non ho molto da dire” ha detto “Per quello che ha detto Damaschi posso solo affermare che umanamente lo capisco molto. Come imprenditore gli sono molto vicino visto che qualche giorno fa è successo anche a me che venissero a verificare ogni mossa fatta nelle mie aziende. Per quello che riguarda il Perugia penso che il suo sia stato solo uno sfogo personale dettato da un momento di rabbia.Non penso voglia andarsene sul serio”.

Una rabbia maturata, come ha detto Damaschi, per un calcio che è diventato troppo invadente. Troppo invasivo per quello che riguarda la sua vita privata. Si scava, si scopre, si cerca continuamente qualcosa che possa cambiare le carte sul tavolo. Lo ha lasciato intendere lo stesso presidente e i fatti gli hanno dato ragione. “Non si può vivere sempre così. Sempre a cercare di sapere cose che sono lontane dal calcio”. Proprio nelle ultime ore è uscita una vicenda legale che lo vede coinvolto e che risale ai primi anni 2000. Quindi quando ancora il Perugia lo seguiva da appassionato. Una condanna di due anni per bancarotta fraudolenta per l’acquisto di automezzi da una società ad un passo dal fallimento. Il giudice ravvisò delle responsabilità nell’acquisto pensando ad un tentativo di distrazione dei beni dall’attivo fallimentare. Damaschi per dimostrare la sua estraneità alla vicenda ha presentato appello. Il problema sta nel fatto che le norme della Noif detta disposizioni chiare in materia di onorabilità sportiva. Si dice, infatti, che non sia possibile assumere cariche in seno alla società sportive alle persone interdette, inabilitate, falliti o condannati. O che le cariche decadono in presenza delle stesse condizioni se avvengono in seguito all’assunzione di responsabilità.

Un fatto che esce fuori proprio in un momento delicato per il Perugia. Prima la questione Curti, il “litigio” con Santopadre, la pace armata, la questione Frankie Garage e la vendita del marchio e adesso ancora un’altra questione che smuove le acque. C’è qualcosa che non va. E’evidente. Così come allo stesso modo sembra che ci sia qualcosa che appositamente cerchi di destabilizzare un progetto vincente. Non resta che aspettare e vedere quello che succederà domani o fino alla riunione dei soci. A meno che non esploda nel frattempo ancora qualche altra novità .
 

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