Cartellino rosso dalla Lega per Melasecche. Espulso l'assessore dalla Lega
La notizia è di quelle che solo a mezz'agosto possono arrivare, quando la calura estiva è opprimente. Ti chiama un amico al telefono e ti dice: hai sentito hanno buttato fuori dalla Lega Melasecche!
Enrico Melasecche Germini, perugino ma legatissimo a Terni dove ha lavorato per una vita, assessore regionale ai Trasporti è stato espulso dagli isctitti della Lega, con effetto immediato, per non aver mantenuto fede agli impegni statutari del partito e viene diffidato dall'usare il nome del partito o dichiarare di agire per suo conto. La notizia è su tutte le testate online, frutto di un comunicato stampa inviato alle redazioni.
Poche righe molto rumore, molte reazioni, tante domande.
Metto da una parte per il momento l'espulsione al 12 minuto dalla ripresa del difensore Melasecche per doppia ammonizione, perchè non è questo che interessa, per il momento. Il punto nodale dell'esplulsione è come ci si è arrivati e, soprattuo, il valore che può esprimere un partito che non ha mai meditato e mediato sulla politica. La Lega è restatata il partito di Bossi: intransigente e forcaiolo, quella Lega Nord di Roma ladrona che si lamentava per la lentezza della pausa pranzo in Parlamento, quella dei "lumbard" che lavorano e pagano le tasse, quelli dell'Italia onesta siamo noi. Legittimo pensiero di chi ci crede e di chi ha voglia di presentarsi a un elettorato mostrando la faccia pulita. Peccato che poi sia incappata nel Cerchio Magico, nei soldi ingoiati dal giornale e dall'attività stampa, nel Trota e nelle laure bislacche, in quelli che sono stati 49 milioni spariti (dio non voglia che si pensi che io dirò "ha stato Salvini").
Quando però fai della serietà e dell'onestà una facciata d'onore devi saperla tenere pulita, altrimenti poi ce li hai tutti addosso. La Lega che ha conquistato l'Italia da nord a sud è quella, figlia di Bossi rivoluzionario e che ha trovato in Salvini l'Uomo della Ruspa che voleva abbattere la malapolitica. Dove voglio arrivare a parare? Semplice, la politica non è improvvisazione, non è "facciamo un mucchio e diamogli fuoco" per cancellare il passato e la politica non è fatta di mal di pancia. La politica è studio impegno, competenza, capacità, lungimiranza, conoscenza, mediazione. Vogliamo prendere i vecchi democristiani, socialisti e comunisti per capire cosa fosse la l'impegno di un'idea? Persone che facevano la politica e facevano la gavetta: da simparizzante a persona che frequenta la sezione, portaborse e "attacchino" di manifesti elettorali, poi consigliere di circoscrizione, poi forse al comune e poi... ma era il severo partito che ti faceva fare strada.
La Lega si è ritrovata ,sotto la spinta di Salvini a vincere le elezioni sugli alleati, Berlusconi e Meloni, ad andare a creare e smontare un governo con i 5Stelle e tornare all'opposizione, per la sola capacità di Salvini di essere devastante e interpretare i mal di pancia di un'Italietta che vota per dispetto.
Poi però ci vogliono gli uomini, di valore, di peso, di coraggio e di capacità. Vogliamo andare a vedere negli ultimi due anni o tre anni chi sono statio gli uomini dirigenti della Lega? Gli eletti tra comuni e Regione?
L'unico nel mazzo che faceva la differenza era Melasecche, in passato consigliere regionale con la bandiera di Berlusconi, e ancor prima autore, insieme a Ciaurro, della storica impresa di vincere il Comune di Terni. Tutti gli altri? Li avete visti fare politica, partecipare prima che diventassero figli della Lega a dibattiti politici in TV, articoli suo giornali, prese di posizione, trascinatori di popolo per fatti ed eventi politici? Se ne trovate pago un cremino al pistacchio, uno per ogni nome di politico legaiolo che abbia fatto politica, che abbia conosciuto la politica, che abbia convissuto con la politica. Ve lo ricordate il primo Segretario Regionale della Lega Nord, Miroballo? Fatto fuori perche dissidente come Cirignoni e Fiorini. Più che un partito sembra una resa dei conti.
Ho finito e perdonate la lunghezza, ma era necessaria per spiegaere l'affare Melasecche e la sua espulsione: Melasecche consigliere regionale e poi assessore. Per statuto deve lasciare il posto o dell'uno o dell'altro e lui non lo fa. Niente, resta uno e altro. E già il partito lo ammonisce. Arriva anche Salvini a dirlo a Terni che deve dimettersi da consigliere o da assessore, ma non trova Melasecche in altre faccende affaccendato. Lascia detto però, ed è il luglio del 2020. Melasecchè o fa l'assesore o il consigliere, punto.
Sono passati 13 mesi e invece di risolvere la crisi un anno fa ci pensano a Ferragosto del 2021, dopo 13 mesi di silenzi, mugugni ,e parlottii. La Lega estrae il cartellino e mette fuori squadra Melasecche. Una decisione che doveva essere presa prima, molto prima, quando Melasecche rientrato dalla finestra in Regione fu premiato con l'assessorato. Un partito che si rispetti, nel segreto delle stanze dei bottoni, prima si fa dare le dimissioni da consigliere e poi fa la nomina. La serietà della politica è questa, senza essere ostaggi di decisioni, promesse fatte a mezza bocca. La serietà della politica seria impone comportamenti corretti e dettati dalle regole, che si rispettano, essendo state scritte per questo. Altrimenti si segue il motto dell'Armata Brancaleone: "ite, ite anco voi, ma ite da un'altra parte".
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