PERUGIA – Come era stato annunciato, l'arcivescovo di Firenze, il cardinale Giuseppe Betori, ha presieduto la tradizionale giornata di Santificazione presbiterale del clero umbro che si è tenuta oggi presso il santuario di Collevalenza. Appuntamento promosso dalla Conferenza episcopale regionale in collaborazione con la Famiglia religiosa dell'Amore misericordioso.

Alla presenza dei vescovi umbri e di centinaia di sacerdoti provenienti dalle diverse diocesi, la giornata si è aperta con la preghiera dell'Ora media presieduta da mons. Vincenzo Paglia, che è alla guida della Conferenza episcopale umbra. Questi ha ricordato mons. Mario Curini, arciprete di Norcia morto ieri in seguito a un incidente, esprimendo il suo cordoglio e vicinanza, insieme a quello del clero umbro, alla comunità diocesana di Spoleto Norcia e al suo pastore mons. Renato Boccardo.

Betori - si legge in una nota della Ceu - ha poi proposto una riflessione sul tema “Nel silenzio la Parola” tratto dalla sua ultima lettera pastorale e che sottolinea la necessità di far riprendere, nelle giornate, il “giusto posto” al silenzio e alla parola, in vista di una “più corretta vita dello spirito, di una più radicata vita ecclesiale, di una più efficace partecipazione alla vita della società”.

“Per poter accogliere e comprendere la Parola - ha detto l'arcivescovo di Firenze - abbiamo bisogno prima di tutto di un contesto esclusivo che solo il silenzio è capace di creare per dare verità e forza alla Parola che entra nella nostra vita. Il legame tra silenzio e Parola, così importante per la fede, è qualcosa che è molto utile anche per il vivere sociale, perché se nella società le voci si accavallano e diventano dei rumori che invadono la nostra esistenza, non c'è più spazio per la comprensione e per la relazione vera tra le persone. Per essere legati gli uni agli altri abbiamo bisogno anche di ascoltarci e questo significa fare silenzio perché l'altro possa dirci la sua parola, la sua vita e la sua relazione. Nella Chiesa non abbiamo bisogno di troppi piani - ha aggiunto quindi il cardinale Betori - ma di un fondamento comune, di una condivisione, di un orizzonte verso il quale ciascuno con le proprie scelte, le proprie valutazioni, converga verso la stessa meta che è il recupero della Parola di Dio come centrale nella vita della Chiesa e della società. Dando spazio a ciascuno secondo i propri carismi, è necessario cercare una comunione d'intenti che ci unisca sulle convinzioni di fondo, e che favorisca l'incontro di sensibilità che sappiano confrontarsi e dialogare”.

Dopo il dibattito la giornata si è conclusa con la concelebrazione eucaristica presieduta dallo stesso cardinale Betori.

 

Condividi