ROMA - Per il suo lavoro di scrivano-bibliotecario presso il carcere di Spoleto guadagna 26 euro al mese. Una remunerazione “non decorosa, umiliante e non rieducativa”, per questo Carmelo Musumeci, ergastolano, ha scritto al ministro Severino una lettera aperta. “Sono un 'Uomo ombra', un ergastolano ostativo, cattivo e colpevole per sempre secondo la legge”, scrive Musumeci che in carcere si è laureato.

Entrato in cella con la licenza elementare, mentre era all'Asinara in regime di 41-bis, riprende gli studi e da autodidatta termina le scuole superiori; nel 2005 si laurea in Giurisprudenza con una tesi in Sociologia del diritto dal titolo “Vivere l'ergastolo”; nel maggio 2011 si è laureato all'Università di Perugia al corso di Laurea specialistica in Diritto penitenziario.

“Svolgo attività lavorativa di scrivano/bibliotecario nell'istituto del carcere di Spoleto, con passione, dedizione e fantasia. - scrive Musumeci al Guardasigilli - Con spese personali di cartoleria e valori bollati ho scritto a diverse case editrici per rinnovare e aggiornare la biblioteca del carcere, ottenendo degli ottimi risultati facendo arrivare moltissimi libri da ogni parte d'Italia”.

Un lavoro che gli piace ma la cui busta paga media mensile è di 26,48 euro. Musumeci, cui è negata, per la condanna all'ergastolo ostativo, ogni misura alternativa al carcere e ogni beneficio penitenziario, chiede dunque al Guardasigilli: “Una remunerazione decorosa, rieducativa e meno umiliante”. “Mi permetto di ricordarLe - conclude - che da 18 anni le retribuzioni dei detenuti non vengono adeguate. Inoltre i fondi destinati alla retribuzione dei detenuti-lavoratori, sono passati dai 71.400 euro del 2006 ai 49.664 del 2011 (- 30,5%), e che il numero degli occupati è rimasto pressoché invariato. Il risparmio è stato ottenuto riducendo le ore d'impiego”.
 

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