Carceri umbre: tra analisi e proposte
SPOLETO - “Carceri: tutto esaurito”. Il convegno della Federazione della sicurezza – FNS Cisl e della Cisl Umbria si è tenuto questo pomeriggio a Spoleto per trattare delle criticità del sistema carcerario umbro e nazionale per arrivare ad elaborare proposte concrete da presentare all’onorevole Giampiero Bocci, intervenuto ai lavori, agli onorevoli umbri e alle istituzioni regionali. Proposte concrete che dovrebbero incidere positivamente sul sovraffollamento carcerario, drammaticamente diffuso a livello nazionale ma anche regionale.
I dati sono stati presentati dal segretario generale regionale Fns Cisl Umbria Luca Covarelli, che ha aperto i lavori illustrando la situazione umbra che, nei casi di Terni, Orvieto, Perugia e Spoleto, assume livelli particolarmente preoccupanti. Soprattutto a causa della diffusa indifferenza collettiva che non identifica nella questione carceraria una delle priorità da sostenere e sviluppare per dare una risposta efficiente e socialmente utile alla collettività e una qualità lavorativa adeguata all’insufficiente personale dipendente in queste strutture. Costretto, ormai da troppo tempo, a turni inadeguati al contesto e alla mansione svolta.
In concreto, nella città capoluogo umbra i detenuti dovrebbero essere, per una situazione ottimale, 256. A fronte di una capienza tollerabile di 479 unità. Il numero dei detenuti presenti è di 476, dei quali 272 extracomunitari. Il personale di polizia penitenziaria in forza al 1° novembre 2013 è di 225. Circa un 30 per cento in meno rispetto a quanto servirebbe per creare una situazione ottimale.
A Terni si arriva addirittura a un meno 32 per cento per 387 detenuti. La capienza ottimale in tale realtà sarebbe di 260 detenuti.
Quindi, a fronte di carenze di carattere umano, finanziario e di sovraffollamento, dal convegno spoletino – coordinato dal segretario regionale Cisl Umbria Pierpaola Pietrantozzi- è emersa l’esigenza di misure alternative alla reclusione, che non impongano necessariamente un incremento di edilizia penitenziaria.
E’ stato lo stesso segretario generale Fns Cisl Pompeo Mannone, che ha concluso i lavori, a vedere in molti casi come soluzione alternativa alla reclusione il ricorso agli arresti domiciliari e alla depenalizzazione di alcuni reati penali in amministrativi con pena pecuniaria.
Riguardo alla questione degli stranieri, la Fns Cisl vede nella possibilità di far scontare la pena nel Paese di provenienza del detenuto una delle strade da perseguire per alleggerire il sovraffollamento dei carceri. Inoltre, tra le proposte emerse quella riguardante una maggiore meccanizzazione delle strutture detentive, che avrebbe certamente ripercussioni positive sul carico di lavoro degli operatori penitenziari, oltre che ricadute in termini di migliore sicurezza e controllo.
All’incontro è intervento anche il segretario generale regionale Cisl Umbria Ulderico Sbarra che, trattando la questione della reclusione, ha fatto anche riferimento all’esigenza di incrementare risorse e spazi formativi che permettano di creare opportunità concrete di reinserimento occupazionale dei detenuti. Occasioni che possono essere create attraverso una maggiore e migliore conoscenza di un sistema che deve sempre di più poter contare su sinergie di rete e sul contributo responsabile e partecipativo di tutti gli attori interessati.
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