Così Leonardo Caponi in un post pubblicato su Facebook

 

UMBRIA, LA IRRESISTIBILE ASCESA DELLA LEGA

Nelle ultime elezioni amministrative c'è stata una notizia che non ha fatto notizia. I sei comunelli nei quali si votava in Umbria sono andati tutti alla Lega. Secondo me la cosa non va sottovalutata perché indice della perdurante espansione della cultura leghista e del consenso degli umbri verso quel partito. Un dato in controtendenza con quel che sembra avvenga in campo nazionale.

Dopo le regionali dell'anno scorso mi sono spesso domandato e continuo a domandarmi, come sia possibile che una cultura della sinistra con radici antiche e profonde, si sia potuta così velocemente dissolvere. Su tutte fa premio, secondo me, il ridimensionamento dell'apparato industriale degli ultimi decenni e la condizione economica e sociale attuale, inferiore in Umbria e, credo, nella Marche rispetto a Emilia Romagna e Toscana. L'abbandono delle idealità della sinistra, unita al fatto che, paradossalmente, il partito più simile a quello che l'elettorato lasciava, è potuto sembrare la Lega, che ha sottratto all’ex sinistra il voto popolare, ha avuto un ruolo importante. L'invasione degli iper e supermercati, delle multisale, dei quartieri mostre e un’urbanistica dissennata, hanno cambiato la mentalità della gente e questo è potuto accadere con tanto maggiore fragore di quanto era legata agli storici valori crollati.

Come si può porre rimedio? Il Pd è, dopo mesi di scomparsa, alla vigilia di un congresso, ma a me pare che da lì non vengono segnali di speranza. A parte che non c'è, per ora, alcun confronto di merito, ma solo schermaglie e conflitti procedurali tra candidati, ognuno dei quali continua a invocare il film del partito d’idee e non di potere. Io credo che il Pd è strutturalmente fatto così ed è, più che difficile, impossibile cambiarlo. Il nuovo tormentone del "partito non delle persone, ma dei territori" mi pare, scusate, un menare il can per l'aia, poiché proprio i territori sono stati l’enclave separatiste dove hanno prosperato capibastone e potentati di ogni tipo in lotta tra loro.

La questione, ritorno per me al punto, sarebbe quella di costruire una nuova sinistra autonoma, che poi potrà decidere se allearsi o meno, in modo certamente non subordinato, al Pd.

Se no la Lega ce la dovremo tenere per più tempo di quello già oggi prevedibilmente lungo.

Condividi