Il CENTRO DI DOCUMENTAZIONE POPOLARE DI ORVIETO, nell’ambito delle lotte a favore di una gestione virtuosa del ciclo dei rifiuti condotte insieme ad altre numerose associazioni e comitati locali del Coordinamento Regionale Umbro Rifiuti Zero, ha aderito alla Campagna Nazionale “Legge Rifiuti Zero”.

Promossa dalle centinaia di soggetti che in tutta Italia si battono per la difesa dei Beni Comuni, contro l’incenerimento dei rifiuti ed il conferimento dei rifiuti in discarica, la campagna ha come finalità il deposito di un Testo di Legge di Iniziativa Popolare che prevede la moratoria fino al 2020 per l’incenerimento dei rifiuti e l’annullamento degli incentivi che ne permettono la prosecuzione.
In virtù dell’impegno che ci siamo assunti nel contrastare le attività nocive per l’ambiente e la salute, nelle quali l’interesse del capitale privato, con la complicità delle amministrazioni pubbliche, trova terreno fertile per i propri affari a discapito della vita delle persone, il provvedimento che disciplina la combustione dei rifiuti nei cementifici, approvato dal Consiglio dei Ministri il 26 Ottobre 2012, ci trova nettamente contrari e pertanto trasmettiamo quanto segue:

Un nuovo attacco alla salute viene portato dallo schema di Decreto Presidenziale approvato dal Consiglio dei ministri il 26 ottobre 2012 ed inviato al Parlamento. È un provvedimento che disciplina la combustione nei cementifici, in parziale sostituzione di combustibili fossili tradizionali. Esso aggrava pesantemente quanto già previsto dal D. M.  Sviluppo Economico del 6 luglio 2012, con cui il ministro Passera aveva liberalizzato la speculazione legata alla produzione di energia da impianti a biomassa agricola.

La nuova proposta legislativa riguarda l’utilizzazione “energetica” del Combustibile Derivato Rifiuti (C. D. R.), riclassificato come Combustile Solido Secondario (C. S. S.) . Il C. S. S., non più definito “rifiuto urbano”, ma “rifiuto speciale”, viene esentato dall’obbligo di essere trattato entro i confini regionali, diventando un prodotto industriale “di libera circolazione” che va a sostituire i combustibili tradizionali nei cementifici ed entra nel business dello smaltimento dei rifiuti.

La previsione di bruciare la parte combustibile di rifiuti indifferenziati è una grave scelta dal punto di vista ambientale e sanitario. Da un lato vengono esposte le popolazioni al rischio di patologie cancerogene derivate da inquinamento atmosferico da polveri sottili ed ultrasottili, mentre dall’altro, a causa dell’incentivazione con CIP6 e Certificati Verdi, viene di fatto impedito l’avvio dell’industria del riciclo.

Ma bruciare rifiuti nei cementifici è di gran lunga più pericoloso che bruciarli negli inceneritori.

I cementifici risultano di gran lunga più inquinanti degli inceneritori in quanto non dotati di specifici sistemi di abbattimento delle polveri e tanto meno di microinquinanti, e sono inoltre autorizzati con limiti di emissioni più alti. Il limite per le diossine passa da 0,1 nanogrammi/mc negli inceneritori a 10 ng/mc nei cementifici, cioè 100 volte di più.

Diversi cementifici inoltre sono inseriti a ridosso di centri urbani già pesantemente inquinati come Colleferro nel Lazio, Barletta e Taranto in Puglia, Rezzato in Lombardia, Monselice in Veneto, Maddaloni in Campania con le conseguenze di provocare un’escalation di contaminazioni.

La Campagna Nazionale “Legge Rifiuti Zero”, con la sua rete di oltre 150 associazioni nazionali e locali, coordinamenti regionali e comitati locali in diciotto Regioni diverse, chiede di fermare questa proposta ed ogni qualsiasi decisione in merito.

Lanciamo una mobilitazione generale per fermare il proseguimento dell’esame in Commissione Ambiente, anche in vista del deposito a breve del Testo di Legge di Iniziativa popolare che prevede la moratoria sino al 2020 per gli inceneritori ed i cementifici che utilizzano i rifiuti e la revoca degli incentivi che consentono di sopravvivere a queste industrie tossiche, insostenibili per l’ambiente e la salute.

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