PERUGIA - L'Assemblea legislativa invita il Governo italiano a farsi promotore, nell'ambito della Conferenza delle Nazioni Unite sul clima in corso a Parigi, di più decise politiche di riduzione delle emissioni di C02, programmandole e attuandole rapidamente in modo strategico in tutti i settori economici. È questo uno degli impegni assunti dall'Aula di Palazzo Cesaroni approvando all'unanimità la mozione predisposta dall'Ufficio di presidenza e integrata con alcune modifiche proposte dal consigliere Raffaele Nevi (FI). Un documento già approvato dalla Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative e fatto proprio da 12 Regioni italiane.

L'atto di indirizzo, illustrato in Aula dal vicepresidente Marco Vinicio Guasticchi, impegna inoltre l'Assemblea stessa:
A “inserire nei propri strumenti di pianificazione e programmazione in campo energetico e di miglioramento della qualità dell'aria, misure di riduzione progressiva delle emissioni di C02, perseguendo l'obiettivo dell'azzeramento dell'uso di combustibili fossili, a partire dallo stop agli impianti più inquinanti;
A dare speranza all'economia del futuro adottando nuove strategie integrate in campo energetico e di uso razionale delle risorse, basate sulla circular economy, le energie rinnovabili, il risparmio e l'efficienza energetica nell'edilizia pubblica e privata; la climatizzazione residenziale e del terziario; l'illuminazione pubblica efficiente;
A privilegiare la sostenibilità nelle politiche di pianificazione del territorio, del paesaggio e dei trasporti, promuovendo le modalità di trasporto meno inquinanti, l'ammodernamento e potenziamento delle infrastrutture esistenti, l'arresto del consumo e della conversione urbana del suolo e la rigenerazione urbana, la mitigazione e l'adattamento ai cambiamenti climatici, la manutenzione, la rinaturalizzazione, la riforestazione del territorio, il recupero ecologico delle sponde e delle zone di esondazione naturale dei corsi d'acqua, la tutela della biodiversità attraverso le infrastrutture verdi e la riqualificazione ambientale delle aree libere, abbandonate o sottoutilizzate”.

GLI INTERVENTI
 

RAFFAELE NEVI (FI): “SERVE UN ACCORDO GLOBALE, ALTRIMENTI È INUTILE. È inutile che ci flagelliamo con imposizioni all'industria sul clima quando Paesi in via di sviluppo non hanno la minima regola. Se vogliamo mettere un tetto alle emissioni questo lo devono mettere tutti i Paesi, perché se lo facciamo solo noi europei questa è autoflagellazione. Noi dovremmo fare un documento per dire ai leader mondiali di porsi tutti questo tema e non far diventare l'Europa il continente più avanzato del mondo salvo poi ritrovarsi a gestire problemi enormi. Bisogna essere attenti altrimenti facciamo enunciazioni di principio a cui seguono fatti concreti di segno opposto”.

SILVANO ROMETTI (SER): “ QUESTO DOCUMENTO DEVE VEDERE L'UMBRIA IMPEGNATA  IN PRIMA FILA e coerente con questo tipo di impostazione. L'alibi che se gli altri non fanno niente allora non lo dobbiamo fare neanche noi non è condivisibile. Stiamo parlando di problemi che non sono lontani da noi. L'Umbria nel 2013 ha avuto due emergenze: siccità e alluvioni. Questi sono i cambiamenti climatici. Purtroppo non c'è consapevolezza sufficiente. Spero che da Parigi arrivi un segnale forte. La pianificazione della nostra regione è orientata in questa direzione: il Piano energetico parla di meno emissioni così come il Piano dell'aria e il Piano trasporti. È importante ricordare che in Umbria il problema minore è l'industria, perché il 40 per cento dell'inquinamento viene dal privato e il 40 dai trasporti. Quindi la politica può e deve fare molto”.

CLAUDIO RICCI (RP): “IL DOCUMENTO HA ELEMENTI DI INTERESSE MA DOVREBBE ESSERE VINCOLANTE PER TUTTI. Cop 21 non sta andando verso l'elemento del vincolo per tutti quelli che vi partecipano, ma il documento andrà verso linee guida. È la 21esima edizione di un quadro che non porta risultati. Dal 1950 ad oggi c'è stato un aumento complessivo di circa un grado. Ma anche sugli effetti ci sono diverse perplessità perché taluni dicono che è sempre avvenuto così nella storia. In questi giorni 79 grandi multinazionali stanno raggiungendo un protocollo di intesa comune per mettere nelle loro produzioni alcuni accorgimenti, ragionando più sul micro, per raggiungere un risultato più efficacie della conferenza di Parigi. Il documento Cop 21 andrebbe reso più stringente, altrimenti sarà come gli accordi precedenti e tra qualche mese ci troveremo a ragionare sull'accordo numero 22”.

ANDREA LIBERATI (M5S): “BENE IL DOCUMENTO MA DOBBIAMO ESSERE CONSEGUENTI ANCHE IN UMBRIA. Non possiamo non concordare con gli impegni che vengono richiesti al Governo italiano. Speriamo che non resti un libro dei sogni. Papa Francesco ha ricordato di custodire il Creato. Ci è arrivata in dono una meraviglia e noi la stiamo trasformando in immondezzaio. Anche in Umbria: dalla cessione delle centrali idroelettriche a speculatori, al caso Thyssen, dai metalli pesanti al sistema di gestione dei rifiuti al collasso. Se da questa Assemblea parte questo messaggio dobbiamo essere coerenti sempre. Quindi basta inceneritori, basta centrali a biomasse, basta discariche sulle sponde del Trasimeno. Dobbiamo approvare questo documento e tornare alla nostra vocazione di custodi del creato e di farlo in termini seri. La sostenibilità è un elemento imprescindibile per l'umanità”.

GIANFRANCO CHIACCHIERONI (PD): “INVITO IL CONSIGLIO AD ADERIRE IN MANIERA UNANIME PERCHÈ IL DOCUMENTO  INDICA LA DIREZIONE DI MARCIA. Il presidente Hollande, che sta conducendo una battaglia contro il terrorismo in prima persona, nell'aprire questi lavori dice che la vera emergenza, più della guerra, è la questione del clima. Noi abbiamo l'opportunità di fermarci. Se fosse vero quello che dicono gli scienziati se andassimo oltre il surriscaldamento di 2 gradi dopo sarebbe troppo tardi per pentirci. Serve un intervento culturale e uno di carattere economico. Gli interventi da fare sono sia di piccola dimensione di carattere economico e sia di grandi apparati dello Stato. Vanno insieme. Lo sforzo dei capi di Stato va accompagnato. È difficile convincere i Paesi più recente industrializzazione a riconvertirsi dopo che hanno appena conquistato spazi di mercato. Bisogna aiutarli. Spetta all'Europa questo processo perché è la prima società che si è industrializzata. Ad esempio finanziando progetti tutti umbri come il sistema Vallerani per la lotta alla desertificazione, che è usato in tutto il mondo”.

GIUSEPPE BIANCARELLI (UPU): “SERVE UN NUOVO MODELLO DI SVILUPPO. BENE IL DOCUMENTO ma il rischio è che sia un pannicello caldo. C'è la necessità di un'economia diversa, perché abbiamo un sistema ambientale ingovernabile e viviamo in un mondo dominato dalla disuguaglianza che aumenta nella situazione di crisi. Per questo c'è bisogno dell'intervento della politica. Come disse l'ex presidente dell'Uruguay se un mondo di 8 miliardi di persone vivesse con il modello alla tedesca la nostra sarebbe una terra invivibile, un inferno dantesco. Dobbiamo ripensare il nostro modello di sviluppo. Da Perugia, dall'Umbria, dalla terra di San Francesco noi dobbiamo rilanciare con forza questo messaggio. Da noi possono partire tante iniziative. Noi rischiamo con Parigi dei pannicelli caldi. Se non c'è una grande svolta nella politica globale noi rischiamo che tutti i provvedimenti siano vuote grida”

FERNANDA CECCHINI (Assessore): “QUESTO DOCUMENTO DÀ LINEE DI INDIRIZZO GENERALI COME CONTRIBUTO AL DIBATTITO DI PARIGI, ma anche quando scende nel merito non ci mette in difficoltà come Regione. Infatti propone di anticipare l'obiettivo del 50 per cento al 2030. Un obiettivo molto avanzato, ma noi come Umbria dentro questi adempimenti ci stiamo molto larghi. Il rispetto per il 2020 del 20 per cento per il risparmio energetico, del 20 per la riduzione delle emissioni e del 20 per le energie alternative. Noi siamo già al 17 per cento. Il documento è una sorta di raccomandazione ai grandi della terra per offrire ai cittadini una più alta qualità della vita. Abbiamo fatto molto in questi anni. C'è bisogno di fare di più. Se oggi il tema del clima è sulla scaletta delle priorità di tutti i grandi del mondo questo vuol dire che c'è consapevolezza. E c'è bisogno di dotarci di normative più puntuali. Come Regione ci siamo dotati di un insieme di strumenti che ci mettono nelle condizioni di poter perseguire una serie di obiettivi per la qualità del clima. Il documento è da approvare perché da conto di obiettivi che dal punto di vista generale condividiamo tutti. La politica deve programmare e gestire i servizi e vigilare e fare in modo che gli obiettivi strategici che il mondo ci pone non ci vedono impreparati”.

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