di Andrea Colombo.

Quando nel 1994 il Polo vinse le elezioni mezzo Paese la prese come una martellata in testa, un'altra metà d'Italia lo accolse con grandi speranze. In realtà successe pochissimo, almeno a fronte degli smisurati terrori e delle mirabolanti attese.
Stavolta è il contrario. La parola d'ordine è: "Tanto nun cambia 'n cazzo". Minniti ha già fatto il peggio. Le diseguaglianze tutt'al più peggioreranno un tantinello. Qualche galera in più, che a tanti piace tanto, e morta lì.
Non sono tanto convinto che questo improbabile governo sarà così anonimo. Per la Ue, tra le maggioranze possibili, questa è di gran lunga la peggiore e la più odiata. Un governo di centrodestra o M5S-centrodestra sarebbe stato calmierato da Silvio l'Europeo. Un governo Pd-5S, avendo M5S la forma dell'acqua, sarebbe stato più europeista e rigorista del governo Monti.
Invece per la prima volta c'è nel cuore d'Europa un governo a trazione anti-europeista. Non in Ungheria, che non frega niente a nessuno, ma in un Paese cardine della Ue. Del resto non è la prima volta che politicamente l'Italia si rivela il laboratorio d'Europa e d'occidente, cfr. per esempio il 1922 ma anche il caso Berlusconi.
Nei prossimi mesi e forse anni, secondo me, di casino ce ne sarà invece parecchio, e anche, una volta tanto, con qualche vero rischio. Ma certo sarà interessante vedere come si metterà la sinistra, per quel quasi niente che è, di fronte a uno scontro tra rigoristi d'Europa e "populisti", come va di moda definirli con incomprensibile spocchietta, di casa nostra.

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