PERUGIA - Per le modifiche apportate al calendario venatorio regionale 2011-2012 è stato fondamentale il lavoro della Provincia di Perugia che ha presentato all’assessore regionale Fernanda Cecchini dove si mettevano in evidenza alcuni limiti che avrebbero ridotto il diritto dei cacciatori umbri di affrontare una stagione venatoria con tutti i crismi giusti e nel rispetto dell’ambiente.

Il Consiglio provinciale – dopo il lavoro della III Commissione del presidente Baldelli – ha incassato delle modifiche fondamentali: il ripristino della pre-apertura al 4 settembre, l’abolizione del carniere annuale con la riconferma dei limiti di cattura dell’anno passato per il carniere giornaliero e l’inserimento al 18 settembre della caccia al colombaccio che era scivolata in un primo momento al primo ottobre.

“Abbiamo aperto una discussione sul mondo venatorio – ha spiegato il presidente Baldelli – che ha fatto emerge delle criticità importanti rispetto al testo pre-adottato dalla Regione. Criticità che in maniera unitaria abbiamo portato all’attenzione dell’assessore Cecchini per cercare di trovare un confronto franco per il bene dei cacciatori e non tanto per un discorso di competizione tra enti locali. Le nostre analisi hanno comportato modifiche importanti: come il ritorno in calendario della pre-apertura, la riforma dei carnieri e lo spostamento dell’inizio della caccia al colombaccio”.

Soddisfatto delle modifiche anche il capogruppo Enrico Bastioli il cui ordine del giorno ha aperto la discussione in Provincia ed è stato poi fatto proprio da tutto il Consiglio Provinciale: “Abbiamo agito in tempi rapidi e con molti confronti istituzionali – ha spiegato – dopo le prime indiscrezioni emerse sul calendario venatorio regionale. L’ordine del giorno per apportare le modifiche al testo portava la data del 6 giugno e quindi in poco più di un mese abbiamo fatto valere le nostre analisi anche in sede regionale su pre-apertura, abolizione del carniere annuale, colombaccio e altro ancora. Per evitare ogni anno le solite polemiche sarebbe opportuno fare una legge quadro regionale sulla caccia”.

Di contro, il consigliere provinciale del Pdl, Giampiero Panfili non si associa al coro dei ringraziamenti all’assessore Cecchini: “Non ci doveva mettere nelle condizioni di un testo sulla caccia che era fatto con i piedi, penalizzando fortemente i cacciatori. Il merito della Provincia è stato quello di avere dato delle soluzioni salva-cacciatori in grado di risolvere i problemi e i danni che il calendario rischiava di portare in dote. Purtroppo abbiamo dovuto constatare anche le troppe divisioni ideologiche che pervadono le associazioni venatorie. Se non si trova l’unità sulla caccia, che non è né di destra né di sinistra, il futuro a rischio”.

Orgoglioso del ruolo della Provincia, Massimiliano Capitani (Pd): “Con il nostro lavoro abbiamo evitato degli svarioni che potevano incidere su quei 33mila cacciatori e su un indotto economico ancora più vasto. Abbiamo dimostrato che la Provincia sulla caccia, ma anche sulla sismica, sull’ambiente e sulla sicurezza, riesce ad incidere sull’ente legislativo, la Regione. Altro che ente inutile. Confido in una nuova modifica del calendario venatorio vigente per il quale abbiamo chiesto l’intervento, se sarà possibile, del Presidente Guasticchi: ovvero lo spostamento dell’apertura al cinghiale al primo ottobre e non in contemporanea con l’apertura tradizionale prevista per il 18 settembre. Concordo con i colleghi nella necessità di una legge regionale sulla caccia per evitare le mille discussioni annuali per redigere il calendario venatorio”.
 

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