Preapertura il 1 settembre, esclusivamente da appostamento,  alle specie  alzavola, marzaiola, germano reale,  tortora,  merlo, colombaccio, cornacchia grigia, ghiandaia e gazza, e l’apertura generale a tutte le altre specie il 15  settembre, ma non al cinghiale per il quale l’attività venatoria partirà il 3 ottobre, anche se le amministrazioni provinciali possono posticipare tale data. E’ quanto prevede il Calendario venatorio per la stagione 2013-2014, approvato dalla Giunta regionale su proposta dell’assessore alla caccia Fernanda Cecchini. Il Calendario, su cui sono stati già espressi i previsti pareri dell’Ispra e della terza, competente, Commissione del consiglio regionale, prevede inoltre  la chiusura anticipata della caccia alla femmina del fagiano il 30 novembre, per salvaguardare la riproduzione della specie, mentre la caccia alla lepre è possibile dal 15 settembre al 15 dicembre. La caccia di selezione alle specie daino, capriolo, cervo e muflone andrà invece dal 16 giugno al 14 luglio, dal 18 agosto al 2 ottobre e dal 1 gennaio al 15 marzo 2014.

   “Il nuovo calendario – ha detto Cecchini – è il frutto di un’ampia  partecipazione che, partita da assemblee  pubbliche su tutto il territorio umbro, ha poi trovato la propria sintesi avanzata  nell’organismo istituzionalmente deputato, la Consulta Faunistico venatoria in cui  siedono i rappresentati delle associazioni venatorie, agricole e ambientaliste, degli “Atc” (Ambiti territoriali di caccia) e delle istituzioni. Il calendario si propone dunque – ha aggiunto l’assessore – come punto di equilibrio delle diverse istanze provenienti dai variegati soggetti che compongono il mondo venatorio con l’obiettivo di  operare scelte il più possibile appropriate, nel pieno rispetto delle leggi vigenti, nazionali ed europee. In sintonia con il mondo venatorio abbiamo lavorato per rafforzare in Umbria la presenza delle specie autoctone e il ripopolamento  con selvaggina di qualità e per questo abbiamo accolto la proposta di chiudere la caccia alla femmina fagiano, anticipatamente, nel mese di novembre proprio per  tutelarne  la riproduzione. Inoltre  – ha annunciato Cecchini – recentemente, come Giunta regionale, abbiamo affidato  la  gestione del Centro di allevamento di San Vito in Monte all’Agenzia forestale regionale e approvato la convenzione con i  tre ATC che li impegna a prendere la selvaggina dalla struttura    che la produce con metodologie altamente innovative”.

   “Questo consentirà di favorire l’ambientamento della fauna rilasciata per il ripopolamento, in particolare lepri e fagiani. Un impegno – ha proseguito - portato avanti dalla Regione che fa il paio con l’analoga iniziativa portata avanti dalla Provincia di Perugia nel Centro di Produzione Fauna Selvatica di Torre Certalta di Umbertide, soprattutto per la starna”.

    Affrontando poi le questioni del riequilibrio e  contenimento di alcune specie ed i danni causati dalla fauna selvatica, Cecchini ha evidenziato come per gli ungulati il calendario preveda l’apertura della caccia al 16 giugno. “Una anticipazione – ha detto – finalizzata anche al riequilibrio della specie.  Ciò vale anche per la caccia al cinghiale che,  come previsto dalla legge 157,  apre dal primo giorno utile di ottobre per tre mesi consecutivi. In questo caso il contenimento si può portare avanti per 365 giorni all’anno nelle forme consentite, compreso il contenimento in  battuta da quanto parte la stagione. I danni causati da queste specie, in particolare cinghiale e capriolo, ammontano per agricoltori ed automobilisti a quasi tre milioni  di euro. E’ per questo - ha aggiunto – che occorre far fronte a questa emergenza utilizzando al meglio le possibilità offerte dalle norme che regolano il contenimento. La soluzione al problema – ha sottolineato Cecchini -  non può arrivare solo dall’utilizzo delle doppiette,  ma dall’impiego delle migliori e più moderne tecniche e dall’uso sapiente di leggi e strumenti a disposizione. E in questo ambito  – ha concluso l’assessore – si colloca il progetto Life di cui l’Umbria è capofila che stanzia quasi 2  milioni di euro per studiare in maniera innovativa le dinamiche degli ungulati e le migliori tecnologie per la prevenzione degli incidenti stradali”.

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