Caccia, Atc Perugia 1: siamo ostaggio delle associazioni venatorie
“Federcaccia, Enalcaccia e Liberacaccia fanno mancare numero legale per approvare bilancio” - “Si rischia un commissario che chiederà comunque i soldi alle squadre cinghialiste”
(AVInews) – Perugia, 27 mag. – “Per la seconda volta in sette giorni, le associazioni venatorie, tranne Arcicaccia, hanno impedito l’approvazione del bilancio consuntivo e l’avvio della caccia di selezione dei cervidi e del cinghiale. Più che un sabotaggio, è un improduttivo, quanto dannoso, tentativo di ostacolare la routinaria attività di un ente prettamente esecutore come lo è un Atc”. È questa la denuncia che arriva da Igor Cruciani, presidente dell’Ambito territoriale di caccia (Atc) Perugia 1, al termine del Comitato di gestione dell’ente che si è riunito martedì 26 maggio. Motivo del contendere: l’approvazione del bilancio consuntivo 2020.
La situazione attuale. “L’Atc – spiega Cruciani –, vista la quota ingente di danni al patrimonio agricolo causata dal cinghiale lo scorso anno, deve prevedere, come prescritto dal Regolamento regionale 34/99, di iscrivere a bilancio, qualora il fondo messo a disposizione dalla Regione non fosse sufficiente, un credito nei confronti dei cacciatori appartenenti a quelle squadre che, entro i rispettivi distretti di gestione, hanno registrato considerevoli danni e contemporaneamente non hanno completato il piano di abbattimento assegnato. Ovviamente il 2020 è stato funestato dalla pandemia e ciò non ha consentito la piena operatività delle squadre cinghialiste. Ma proprio per questo l’Atc, da tempo, si sta adoperando con la Regione per chiedere un contributo straordinario che possa esonerare i cacciatori da un ulteriore ‘balzello’. L’Atc deve però seguire leggi e regolamenti (quei regolamenti, come il 34/99, approvato con il favore di quelle associazioni venatorie che oggi non si presentano per applicarne il contenuto) e non può esimersi da mettere a bilancio i ‘soldi dei cacciatori’ che saranno prontamente depennati o rimodulati qualora la Regione Umbria decida di dare una mano, per porre rimedio a quanto successo nel complicato 2020”.
Niente approvazione del bilancio. “La risposta di Federcaccia, Enalcaccia e Liberacaccia – prosegue Cruciani – è consistita nel far mancare nuovamente il numero legale (che prevede la presenza dei ¾ dei membri del comitato di gestione) per procedere all’approvazione del bilancio. Degli attuali 18 componenti, 13 erano pronti a prendersi la doverosa responsabilità di votare il bilancio e di impegnarsi per porre rimedio all’anno passato e alla sempre più insostenibile questione dei danni da cinghiale. Ma nulla, l’operato delle associazioni ha prevalso. L’approvazione del bilancio è stato rinviato ma l’obiettivo è fallito: fallito per gli agricoltori che non vedranno arrivare nei prossimi giorni gli assegni che avrebbero coperto il 64% degli importi indennizzabili; fallito per i cacciatori, i quali non potranno avviare la stagione della caccia di selezione al capriolo, al daino e al cinghiale dopo l’approvazione del tanto atteso RR 3/2021 che ha inserito il suide tra le specie prelevabili”.
Rischio commissariamento. “L’Atc – ricorda ancora il suo presidente – ha tempo fino al 30 giugno per approvare il bilancio e qualora non vi riuscisse interverrà la Regione esercitando il ruolo assegnatole dalla normativa che potrebbe, come estremo provvedimento, anche sfociare nel commissariamento dell’Ente. E sarà allora il commissario a fare ciò che è previsto dalla normativa e a cui le associazioni venatorie si oppongono: chiedere i soldi alle squadre cinghialiste. Certamente fino all’approvazione del bilancio sarà preclusa di fatto l’assunzione di nuovi impegni da parte degli organi di gestione dell’Atc che pertanto si ritrovano in una condizione di sostanziale immobilismo. Ecco, forse, ripartire dai fatti e dalla realtà può essere un buon inizio da parte di tutti per dare un futuro ad una caccia sostenibile e compatibile con le attività antropiche”.
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