PERUGIA - Il TAR dell’Umbria ha respinto il ricorso presentato dal Coordinamento regionale caccia al cinghiale nei confronti della Regione Umbria in merito al punto H del calendario venatorio,  che prevede la preclusione per i cacciatori di effettuare altre forme di caccia nella stessa giornata in cui  hanno partecipato al prelievo del cinghiale in battuta. “La validità delle scelte effettuate dalla Giunta regionale è stata quindi confermata, sia dalla condivisione in sede partecipativa che dal riconoscimento di conformità alle vigenti normative stabilito con l’odierno pronunciamento del Tar di Perugia – ha detto l’assessore alla caccia Fernanda Cecchini commentando la sentenza. “Le problematiche connesse alla gestione della fauna da parte del mondo venatorio devono comunque essere affrontate in un’ottica di collaborazione e con spirito condiviso,  poiché l’uso di ricorsi e sentenze crea – secondo l’assessore - solo divisioni e pregiudizi di una parte verso l’altra, minando fortemente quella unità necessaria al raggiungimento di obiettivi comuni”.

La sentenza odierna quindi “oltre che di fondamentale importanza per il  suo valore giurisprudenziale è – per Cecchini - fonte di alcune significative riflessioni: considerate  le diverse modalità con cui viene effettuato il prelievo venatorio devono essere abbandonati approcci e criteri gestionali  strettamente legati agli interessi della propria categoria e ripensati percorsi condivisi in cui, attraverso un confronto sereno negli organismi istituzionali riconosciuti e quindi nell’ambito della Consulta,  e l’abbandono di atteggiamenti conflittuali, si ottenga un vantaggio più generale per tutto il mondo venatorio. Da questo dunque ripartiamo – ha concluso – per continuare il nostro comune lavoro di confronto”.

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