La situazione dell’epidemia da Covid non è quella di marzo. L’allarme non è lo stesso e le misure di restrizione tengono conto di questo. Il clima di opinione pubblica invece è allarmantissimo anche se le proteste, quelle vere, sono contenute. Dobbiamo ragionare. Gli ultimi dati dell’Istituto Superiore di Sanità sui risultati dei tamponi che hanno dato esito positivo dicono che il 58,6% di questi sono di soggetti asintomatici, il 14,2% di pauci-sintomatici, il 19,9% ha sintomi lievi senza necessità di ricovero, il 6,6% ha sintomi severi e lo 0,7% ha necessità di ricovero. È del tutto evidente che il contagio si diffonde attraverso gli asintomatici. Ne segue che bisogna rarefare i contatti di ogni tipo e intensificare il tracciamento. Quest’ultimo è un problema perché le procedure sono complesse per eccesso dì privacy, non sono automatiche e gli asintomatici positivi non hanno restrizioni forti e obbligatorie. Il solo incremento dei tamponi non risolve il problema se non si adottano quarantene efficaci e non familiari, anzi può peggiorare la situazione. Nei paesi in cui si è realizzato il controllo della pandemia il tracciamento è diventato il lasciapassare per muoversi in libertà: chi non si fa tracciare con mezzi informatici automatici non ha libera circolazione. Ci vuole coraggio e anche autorevolezza. Conte deve dare questa prova.

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