L'utilizzo simbolico dell'acqua per valorizzare l'identita storica, civile e culturale e l'economia turistica e rurale di quella comunità è di per sè positivo e lungimirante. L'aver consentito di lasciar sponsorizzare quest'evento da un marchio di acqua in bottiglia rappresenta una contraddizione politica e morale insopportabile...

L'aver legato una manifestazione d'arte e di cultura all'acqua in una comunità come quella di Boschetto è un fatto di per sè positivo e benemerito. L'utilizzo simbolico dell'acqua per valorizzare l'identita storica, civile e culturale e l'economia turistica e rurale di quella comunità è un altro fatto di per sè positivo e lungimirante. L'aver consentito di lasciar sponsorizzare quest'evento con queste finalità da un marchio di acqua in bottiglia non è certo un reato, ma rappresenta una contraddizione politica e morale insopportabile che getta delle lunghe ombre su alcuni degli organizzatori (non pensiamo certo alla brava Claudia Presciutti) e chiama ad un accertamento politico delle responsabilità.


La morale che si trae da questa vicenda, dalle polemiche seguite al nostro intervento e alle critiche mosse all'iniziativa da molti vostri conterranei che animarono la battaglia del Comitato in difesa del Rio Fergia ci induce a riflettere sul fatto che spesso, nostro malgrado, si è travolti da eventi, si incorre in errori di valutazione, si è indotti in contraddizioni, nonostante la propria buona fede e la propria volontà di contribuire alla crescita della propria comunità. In quel momento l'umanità profonda di questi comportamenti, tipica in tutte le donne e in tutti gli uomini che fanno e che non sono indifferenti alle cose del mondo può andare in conflitto con l'opinione pubblica e, se si è personaggi che rivestono un ruolo pubblico, politico o sociale, può essere sottoposta a critiche che segnano e fanno male, soprattutto quando in cuor tuo pensi di non meritarle completamente, se non ti è dato modo di fornire spiegazioni o se quelle che dai non vengono considerate sufficienti.


Il casus belli di questi giorni a Boschetto ci insegna innanzitutto questo: occorre più rispetto tra le persone e occorre riappropriarci di tutta quell'umanità e di tutto quello spirito di comprensione reciproca che serve ad affrontare insieme la realtà dura dei nostri tempi difficili e a spendersi per un comune obiettivo, quello della difesa dei beni comuni, superando individualismi, presunzioni, diffidenze e contrasti.


Da parte mia non ho mai avuto dubbi sulla buona fede di tutte quelle cittadine e di tutti quei cittadini di Boschetto che hanno animato ed infine vinto, almeno moralmente se il Consiglio di Stato non ribalterà la sentenza del TAR come ovviamente non si spera, quella splendida ed esemplare battaglia di popolo di cui essi sono stati i protagonisti indiscussi. E non l'ho oggi, neanche al cospetto di una così grottesca e pesante contraddizione che, per la stragrande maggioranza delle persone che vi sono incorse, voglio giustificare come una svista inconsapevole ed incolpevole.


La vicenda di questi giorni ci chiama dunque ad un di più di vigilanza, di attenzione e di mobilitazione comune sui temi dell'acqua: l'aver vinto una battaglia, per quanto gloriosa, non significa certo aver vinto la guerra e resta da fare ancora molto, nonostante la straordinaria vittoria nel referendum del giugno scorso ed in presenza di tutti i tentativi posti da più parti in essere per impedire la piena concretizzazione della volontà popolare.


L'aver vinto quella battaglia, per quanto fondamentale nell'accrescere la sensibilità per i beni comuni delle popolazioni del nostro territorio e nel dimostrare che talvolta Davide può vincere contro Golia, non ha certo determinato il mutamento generale del corso delle cose relative all'acqua nel nostro Paese. Bisogna dunque vincere la guerra e per vincerla serve unità, indipendentemente dalle appartenenze politiche e superando gli individualismi, le spocchie, le puzze sotto il naso, quelle presunzioni di esclusiva controproducente e autoreferenziale, quelle diffidenze e quei sospetti reciproci che ho potuto constatare e che colgo tuttora tra le singole personalità, le associazioni, i comitati e le forze politiche impegnate nella battaglia per l'acqua pubblica.


Solo con l'unità di tutte queste forze, solo gettando i cuori oltre gli ostacoli presenti, per quanto comprensibili, sicuramente meno degni ed importanti di questo obiettivo comune si renderà possibile la vittoria finale ed effettiva per l'acqua.


E' per questo che, a nome di Sinistra per Gualdo, voglio cogliere l'occasione di questa brutta vicenda e di questa polemica reciproca per rilanciare la convocazione di una Costituente locale dei beni comuni cui possano prendere parte con piena e pari dignità tutte le realtà politiche e sociali che hanno a cuore l'acqua. C'è d'altronde e a portata di mano la possibilità di raggiungere, almeno a Gualdo, il traguardo della definitiva ripubblicizzazione del servizio idrico integrato che oggi necessita di una nuova e straordinaria mobilitazione sociale e domani di una grande partecipazione civica per studiare e realizzare quelle forme di gestione in "comune" dell'acqua che consentano effettivamente di ridepositare questo bene di tutti nelle mani di tutti. Un impegno che si richiede a tutti i sostenitori dell'acqua bene a comune a prescindere dalle loro attuali collocazioni nell'arena politica.


E c'è infine la realtà dura di questa crisi dell'economia, della finanza e della politica che soprattutto oggi tenta di compiere il definitivo "salto di qualità" per espropriare completamente i cittadini dai beni comuni. Per i cittadini, per tutti i cittadini, di qualsiasi ceto che non sia quello dei super ricchi e di tutti i colori politici, la difesa dei beni comuni resta l'unico antidoto per superare la crisi e per contrastare la dittatura dei mercati finanziari e dei poteri forti che, nonostante il disastro cui ci sta conducendo, continua a pretendere di fare, prevaricare e disfare l'economia, la società e l'ambiente del nostro Paese e del mondo intero.
Per riappropriarsi di umanità e di futuro non c'è di meglio che il bene e i beni comuni. Ben oltre le nostre singole, piccole e talvolta strumentali diatribe. Oltre tutto.

Per la sinistra per Gualdo
Gianluca Graciolini

 

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