Il capogruppo regionale del Partito democratico, Tommaso Bori, propone alla
Giunta di Palazzo Donini di “riqualificare e riconvertire il patrimonio
sanitario dismesso, a partire dai padiglioni di via del Giochetto
dell'ex-ospedale di Monteluce, attualmente senza destinazione d’uso, per
evitare tutte quelle situazioni miste, portatrici di altissimi rischi per la
popolazione”. Per contenere i contagi, secondo Bori, è necessario
“tenere distinti i percorsi all’interno degli ospedali, tra malati Covid
e pazienti non positivi, separando aree, attrezzature e personale
sanitario”.

“Riqualificare e riconvertire il
patrimonio sanitario dismesso, a partire dai padiglioni di via del Giochetto
dell'ex-ospedale di Monteluce, attualmente senza destinazione d’uso, per
evitare tutte quelle situazioni miste, portatrici di altissimi rischi per la
popolazione. La riscoperta della vocazione sanitaria di quell’area che,
dopo la pandemia, potrà tornare ad essere una struttura sanitaria inglobata
nel tessuto sanitario locale, potrebbe essere una scelta lungimirante e
necessaria”. Così il capogruppo del Partito democratico, Tommaso Bori, in
una nota congiunta con i gruppi consiliari del Comune di Perugia di Pd, Idee
persone Perugia e Rete civica Giubilei.

“La seconda ondata di pandemia sta mettendo in difficoltà l’Italia e
l’Umbria – rileva Bori – e per questo servono soluzioni straordinarie
per fronteggiare una situazione che ha messo sotto pressione la rete
ospedaliera e il personale sanitario. Il Governo, tramite il ‘Decreto
Rilancio’, ha messo a disposizione importanti risorse per le Regioni,
chiedendo piani di riorganizzazione sanitaria. Per l’Umbria, 24 milioni di
euro, che sono nella piena disponibilità da maggio, a fronte di un
potenziamento della rete ospedaliera che non appare concretizzato, se non con
l’esperienza dell’ospedale da campo che sarà una soluzione tutt’altro
che definitiva”.

“In questa fase occorre però fare scelte consapevoli e ponderate. La via
maestra per contenere i contagi – prosegue Tommaso Bori – è quella di
tenere distinti i percorsi all’interno degli ospedali, tra malati Covid e
pazienti non positivi, separando aree, attrezzature e personale sanitario.
Per questo il Ministero della Salute ha dato la possibilità di individuare
apposite strutture finalizzate al trattamento dei malati Covid. Quelle
individuate a Perugia e in corso di conversione, come la RSA ‘Casa
dell’Amicizia Seppilli’, non danno però le giuste garanzie e stanno
aumentando il malumore e le proteste di utenti, personale sanitario,
sindacati e opinione pubblica”.

“Per evitare tutto ciò – spiega il capogruppo Pd – occorre avviare una
seria riflessione sui numerosi edifici presenti a Perugia e facilmente
riconvertibili, da adibire a strutture sanitarie. I padiglioni di via del
Giochetto, già polo universitario di Monteluce, sono stati già utilizzati
dall’azienda sanitaria locale e potrebbero essere facilmente adattabili a
struttura Covid o a struttura operativa ad integrazione di quelle già
esistenti. Il tutto con l’obiettivo di alleggerire il carico di lavoro
delle strutture ospedaliere ed evitare situazioni di dubbia criticità
verificatisi nelle strutture individuate, come il Centro servizi Grocco. La
struttura ha sempre avuto una vocazione sanitaria e potrebbe tornare ad
essere utilizzata in tal senso, anche una volta superata la pandemia. Un
intervento – conclude Bori - che porterebbe anche un indubbio investimento
sul territorio per un quartiere che, negli anni, ha subito un profondo
invecchiamento e impoverimento. Comune e Regione devono individuare quanto
prima un percorso per il riuso di quell’area, perché l’Umbria non può
permettersi più alcun errore ed alcun ritardo e disporre di quell’area
abbandonata, in una fase in cui servono posti letto e spazi, è uno schiaffo
in faccia a tutti gli operatori sanitari impegnati quotidianamente in
trincea”.

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