PERUGIA - Il lavoro a chiamata (detto anche intermittente o “job on call”) è una delle forme più povere e precarie del variegato e complicato mercato del lavoro italiano. Può durare anche un solo giorno ed è presente soprattutto nei settori del turismo, dello spettacolo, della guardiania e della reception.

Questa tipologia di lavoro ha avuto una vera e propria esplosione nella nostra regione, dove il lavoro precario continua ad estendersi. Infatti, se guardiamo i dati estratti dall’osservatorio nazionale sul precariato dell’INPS, la situazione relativa al secondo trimestre 2019 è la seguente:

REGIONI - TREND DELLE ASSUNZIONI INTERMITTENTI

UMBRIA +20.7%

MARCHE +20.4%

EMILIA ROMAGNA +16.2%

LIGURIA +16.0%

ABRUZZO +14.0%

TOSCANA +12.3%

VALLE D’AOSTA +11.4%

PIEMONTE +10.7%

LOMBARDIA +10.5%

BASILICATA +10.4%

VENETO +10.2%

FRIULI VENEZIA GIULIA +10.2%

PUGLIA +10.1%

ITALIA +9.9%

TRENTINO ALTO ADIGE +8.3%

MOLISE +7.0%

LAZIO +5.0%

SARDEGNA +4.6%

SICILIA +3.4%

CAMPANIA +2.8%

CALABRIA +2.9%

Inoltre il dato dei contratti intermittenti attivati nella nostra regione è il seguente per quanto riguarda il secondo trimestre 2019:

GENNAIO 932

FEBBRAIO 902

MARZO 1.426

APRILE 1.671

MAGGIO 1.201

GIUGNO 1.598

TOTALE 7.735

Questi dati dovrebbero far riflettere tutti, con l'obiettivo di individuare strumenti seri di politica economica, che rimettano al centro il valore e la dignità del lavoro!

Mario Bravi

Presidente IRES-CGIL UMBRIA

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