Biomasse. Stufara-Prc: Necessaria revoca autorizzazione a Distillerie Di Lorenzo
“Verificare una volta per tutte la reale capacità dell'impianto di cogenerazione e digestione della Distilleria Di Lorenzo (Pontevalleceppi) in termini di Abitanti Equivalenti e di ritirare, sulla base dei riscontri effettuati, le autorizzazioni concesse in violazione dei procedimenti previsti dal decreto legislativo '152/2006'. Intervenire presso il Comune di Perugia per revocare l'autorizzazione per la realizzazione e l’esercizio dell'impianto di produzione di energia elettrica da biogas, e di subordinare ogni eventuale ulteriore procedura autorizzativa all'espletamento della Verifica di assoggettabilità alla Via (Valutazione impatto ambientale), come stabilito dalla normativa ambientale vigente in materia”. Lo chiede alla Giunta regionale, attraverso una interrogazione da discutere in Commissione, il capogruppo regionale di Rifondazione comunista per la Federazione della sinistra, Damiano Stufara.
Nell'atto ispettivo viene ricordato che il Comune di Perugia ha autorizzato, con determina dirigenziale, nel dicembre 2012, mediante Procedura abilitativa semplificata (Pas), la realizzazione e l’esercizio di un impianto di produzione di energia elettrica da biogas della potenza elettrica di 999 kW presso la Distilleria Di Lorenzo di Ponte Valleceppi, a seguito della Conferenza dei servizi, dove il progetto presentato dalla Distilleria ha ottenuto complessivamente il parere favorevole di tutti gli enti rappresentati (Soprintendenza, Comando provinciale dei Vigili del Fuoco, Enel Distribuzione, Arpa Umbria, Provincia di Perugia, Regione dell’Umbria, ASL n. 2).
La realizzazione dell'impianto di cogenerazione – ricorda Stufara - fa seguito a due precedenti interventi realizzati sugli impianti dediti alla digestione anaerobica, effettuati previa autorizzazione da parte del Comune di Perugia (agosto 2011), che hanno riguardato rispettivamente la manutenzione straordinaria del digestore secondario e la sostituzione di uno dei due digestori primari e che, all'epoca, non erano stati valutati in connessione ad eventuali, ulteriori realizzazioni impiantistiche finalizzate alla produzione di energia elettrica, quantunque siano ad oggi funzionalmente connessi con il gruppo di cogenerazione stesso”.
Stufara sottolinea come, “l'Arpa Umbria, nel comunicare il proprio parere (5 dicembre 2012), rilevava che l'aumento dei volumi di biomassa richiesti nell'istanza progettuale costituivano di fatto una modifica dell'impianto esistente, poiché la potenzialità del depuratore, secondo la stessa dichiarazione rilasciata dalla ditta il 3 agosto 2012, sarebbe passata da 100 mila Abitanti Equivalenti a 180 mila. Sempre secondo la suddetta nota dell'Arpa – va avanti il consigliere regionale - 'le modifiche all'assetto impiantistico avrebbero dovuto essere almeno precedute da una valutazione da parte dell'Autorità competente per il procedimento autorizzativo, per escludere possibili notevoli ripercussioni negative sull'ambiente', in quanto soggette, ai sensi della legge, alla procedura di Verifica di assoggettabilità al procedimento di VIA. La 'capacità organica di progetto in Abitanti Equivalenti' degli impianti di digestione non risulta espressa nell'autorizzazione allo scarico dell'impianto di depurazione (n. 684 del 2008), come pure nei successivi interventi di manutenzione effettuati nel 2011; ciò nonostante, è un dato comune a più fonti che l'impianto abbia una potenzialità media superiore a 100 mila Abitanti Equivalenti, ovvero al limite per l'effettuazione della verifica di assoggettabilità al procedimento di VIA (ai sensi del Dlgs 152/2006), e che secondo una stima di Arpa sui dati del gestore del 2010 risulta un carico organico medio trattato pari a circa 180 – 200 mila Abitanti Equivalenti”.
Nell'interrogazione, Stufara rimarca che “la Distilleria Di Lorenzo, la cui condotta aziendale in materia urbanistica ed ambientale è oggetto da tempo della protesta della comunità locale ed in particolare del Comitato 'Mulini di Fortebraccio', è stata ritenuta responsabile, nel corso degli anni, di numerosi casi di inquinamento dell'area circostante ed in particolare del fiume Tevere, alcuni dei quali all'origine di procedimenti giudiziari, come nel caso della grave moria di pesci avvenuta nell'agosto del 2008 e, in tempi più recenti, del sequestro nel gennaio 2012 di terreni ricadenti tra Bosco e Pontevalleceppi, impiegati secondo le ipotesi accusatorie per la gestione abusiva di ingenti quantitativi di rifiuti speciali non pericolosi derivanti dalla lavorazione della Distilleria Di Lorenzo.
La realizzazione dell'impianto – spiega l'interrogante -, contribuendo in modo determinante a rendere permanente la presenza della distilleria nell'area, si pone in contrasto con il Protocollo d’Intesa sottoscritto nel 1998 da Regione Umbria, Provincia di Perugia, Comune di Perugia e Asl n. 2, in cui le Istituzioni interessate si impegnavano alla delocalizzazione dell’azienda medesima ed a scongiurare ogni forma di ampliamento o modifica degli impianti che potessero determinare condizioni di pericolo e/o disagio per i cittadini e comunque ulteriori impatti sulla situazione ambientale”.
“Con delibera della Giunta regionale (23 gennaio 2012) – rimarca ancora Stufara - è stata eliminata la preclusione all'installazione di impianti a biomasse nelle aree perimetrate dal Piano di Assetto Idrogeologico come fascia A e B e nelle zone a rischio elevato R3 e molto elevato R4, tra le quali ricade parte del sito della Distilleria Di Lorenzo, agevolando e rendendo possibile in questo modo la realizzazione dell'impianto a biomasse. La normativa nazionale in materia ambientale contenuta nel Dlgs '152/2006', di cui si configura una palese violazione rispetto alla procedura autorizzativa eseguita in sede di Conferenza di servizi – spiega il capogruppo di Rifondazione comunista -, contiene principi configurantisi quali 'condizioni minime ed essenziali per assicurare la tutela dell'ambiente su tutto il territorio nazionale', che possono essere resi ulteriormente restrittivi dalle Regioni 'qualora lo richiedano situazioni particolari del loro territorio' (commi 1 e 2 dell'articolo 3 quinquies del Dlgs '152/2006')”.
Stufara spiega quindi che, secondo l'articolo 12 della Legge regionale '12/2010': 'l'Autorità competente, cui spetta lo svolgimento dei procedimenti di Verifica di assoggettabilità ovvero di VIA su progetti di opere o interventi elencati negli allegati III e IV alla Parte seconda del Dlgs. '152/2006' e successive modifiche e integrazioni e l'adozione del relativo provvedimento finale, è individuata nella Regione Umbria - Giunta Regionale, Servizio competente in materia di Via. Il principio di sussidiarietà e leale collaborazione – conclude Stufara -, secondo quanto specificato nel Dlgs '152/2006', trova applicazione anche nei rapporti tra Regioni ed Enti locali minori, prevedendo nella fattispecie che, 'Qualora sussistano i presupposti per l'esercizio del potere sostitutivo del Governo nei confronti di un ente locale, nelle materie di propria competenza la Regione può esercitare il suo potere sostitutivo'”.
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