“Occorre subito fare chiarezza sulle autorizzazioni rilasciate per la realizzazione dell'impianto a biogas da quasi un megawatt nel comune di Montecchio, a ridosso di siti di interesse comunitario e zone protette. Non possiamo correre il rischio di derubricare la salvaguardia dell'ambiente e del paesaggio, piegandoli agli esclusivi interessi del profitto finanziario, magari approfittando della deregulation introdotta dalla delibera 494 approvata recentemente dalla giunta regionale”.

Con queste parole Oliviero Dottorini, capogruppo dell'Italia dei Valori in Consiglio regionale, annuncia di aver presentato un'interrogazione urgente alla Giunta in merito all'iter che ha portato alla concessione dell'autorizzazione per la costruzione dell'impianto di Montecchio.

“A 200 metri dall'impianto – continua Dottorini – si estende l'oasi di Alviano e il parco del Tevere e a poca distanza si trovano i pozzi di captazione dell'acquedotto del comune di Montecchio. Si tratta di aree ad elevato pregio ambientale e paesaggistico, a vocazione prettamente turistica e con attività di ristorazione e di produzione alimentare. L'impianto descritto nel progetto necessita di circa 600 kg. giornalieri di biomassa, difficilmente reperibili in loco e che quindi porteranno inevitabilmente, oltre a un probabile bilancio di emissioni non sostenibile, a un via vai di tir e mezzi pesanti, altamente inquinanti, che potranno creare disagio e danni all'ambiente immediatamente adiacente a oasi e zone protette. Risulta poi alquanto incomprensibile come si possa continuare a parlare di energie rinnovabili, se le produzioni agricole che alimentano l'impianto non saranno prodotte in loco. L'azienda proponente infatti non ha origini umbre e non risulta operante con attività agricole nel territorio regionale”.

“Chiediamo alla Giunta – aggiunge Dottorini - di fare piena luce sull'iter autorizzativo del progetto, per sapere se siano state prese in considerazione tutte le possibili criticità dell'opera, dal reperimento della biomassa in loco, alle garanzie che l'azienda ha dato per quanto riguarda il rispetto dell'ambiente e l'eventuale smantellamento dell'impianto, anche considerando il fatto che il Consiglio comunale di Montecchio non è stato minimamente coinvolto durante tutto l'iter del progetto e che sono nati comitati spontanei di cittadini nelle frazioni di Madonna del Porto, Tenaglie, Poggio, e altre nei comuni di Guardea e Montecchio e che sono state presentate interrogazioni a livello provinciale, comunale e recentemente anche parlamentari, molto critiche riguardo al progetto stesso”.

“Come Italia dei Valori – conclude Dottorini – siamo favorevoli allo sviluppo delle energie rinnovabili, ma solamente se la biomassa che dovrà alimentare gli impianti viene reperita in zone limitrofe e non da fuori regione o magari dall'estero. In quel caso non è corretto parlare di energie rinnovabili, ma si tratta di vere e proprie speculazioni di carattere finanziario, in cui l'unico fine è il profitto per i privati, magari a scapito delle popolazioni locali e dell'ambiente”.

 

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